Continua a far discutere il progetto del maxi porto turistico a sud dell’isola proposto da Transport Malta.
Residenti ed attivisti si sono riuniti lo scorso venerdì in una manifestazione organizzata da Moviment Graffiti per rendere pubblico il proprio dissenso contro il progetto che ridisegnerà la baia di Marsascala.
Alcuni di loro hanno sfilato con manifesti e striscioni al grido di “la baia appartiene al popolo” e “salviamo la baia”.
Il progetto di riqualificazione che prevede la realizzazione di un nuovo porto turistico nella baia di Marsascala attraverso l’installazione di pontoni nelle zone balneari e la bonifica di circa 16.000 metri quadrati di terreno, preoccupa i residenti del posto, contrariati anche dalla posizione presa dal ministro dei Trasporti Ian Borg, sostenitore del progetto poiché, dichiara, «garantirà nuovi posti di ormeggio alle imbarcazioni dei residenti».
Nel corso della manifestazione Wayne Flask, attivista dell’organizzazione Moviment Graffitti, ha mosso numerose critiche sia verso l’Autorità per l’ambiente (ERA) che incolpa i residenti del degrado di Marsascala, sia verso le strategie promosse dagli enti che prevedono di sottrarre aree pubbliche e balneabili alla comunità locale, costruendo spazi che ospiteranno centinaia di yacht privati, compromettendo l’ambiente e la salute pubblica.
Tra i relatori è intervenuto il presidente del Wirt iż-Żejtun Ruben Abela, evidenziando l’importanza dei ricordi legati al luogo ed aggiungendo che Marsascala non dovrebbe diventare il nuovo Tigne Point, Ta’ Xbiex o Portomaso. «Non abbiamo bisogno di più torri, abbiamo bisogno di goderci il nostro ambiente e il nostro patrimonio» ha affermato Abela.
Kurt Camilleri, residente nella cittadina da trent’anni, ha voluto ricordare che il progetto è stato imposto alla comunità locale senza aver prima intavolato un dialogo con le parti interessate. «Questa località è vicina al mio cuore. Mi ha insegnato come amare e comprendere una comunità», ha detto Camilleri alla folla, sottolineando i numerosi problemi già presenti a Marsascala come l’inquinamento e l’impianto di smaltimento dei rifiuti e sostenendo che i residenti non possono subire ulteriori disagi.
«Tra i problemi che si riverseranno sulla comunità – ha aggiunto Camilleri – bisogna tener conto del traffico, dell’impatto ambientale sulla palude di Il-Magħluq, l’impennata dei prezzi degli immobili. Il progetto inoltre, costringerà i residenti a recarsi a St. Thomas Bay per nuotare e renderebbe anche impossibile organizzare gli spettacoli pirotecnici dal mare».
Anche Jacqueline Rotin, docente del Junior College, ha fatto sentire la sua voce sostenendo che nessun Governo o Autorità ha il diritto di vendere ciò che appartiene alle generazioni future. «Con questo progetto l’impatto ambientale sarà devastante a causa dell’inquinamento delle acque e nel tempo avremmo una baia priva di vita marina».