Ieri pomeriggio, nella baia di Cirkewwa, sono stati rilasciati nove cuccioli di squalo nutrice le cui uova si sono schiuse al National Aquarium di Malta.
Per l’occasione, è stato realizzato un vero e proprio “battesimo dell’acqua”, per i piccoli di squalo che hanno assaporato la libertà sotto l’occhio attento e vigile di un considerevole numero di visitatori che non hanno perso di vista per un solo istante l’emozionante momento del rilascio.
L’atteso evento è stato organizzato dalla Ong “Sharklab Malta” che fino ad adesso ha rilasciato un totale di ben 363 cuccioli di squalo nelle acque del Mediterraneo e dal National Aquarium di Malta.
Intervistato da TVM, David De Castro, manager del National Aquarium, ha spiegato che le uova sono state recuperate dalle madri morte dai volontari della Ong e successivamente portate all’acquario, in un ambiente sicuro che consentisse loro di crescere e svilupparsi, rispettando i dovuti tempi. Ogni squalo femmina depone in media due uova che di solito si schiudono tra i sei e gli otto mesi.
“Sharklab Malta” che è di stanza nell’arcipelago maltese dal 2008 svolge la duplice attività di prelevare le uova dagli squali morti che vengono venduti nei mercati ittici di tutta Malta e poi, attraverso una campagna di sensibilizzazione, informa e sensibilizza l’opinione pubblica in merito alla specie che purtroppo, ancora oggi, rischia l’estinzione.
Gli squali, al di là dell’immaginario collettivo proposto dalle pellicole cinematografiche, sono vitali per l’ecosistema marino. Questi predatori, all’apice della catena alimentare, contribuiscono infatti a mantenere in equilibrio l’habitat subacqueo.
Ancora oggi, la minaccia numero uno per la specie è la pesca, sia in ambito professionale che sportivo. Greg Nowell di Sharklab Malta, ha spiegato all’emittente di Stato che i cuccioli di squali, noti come segugi, crescono fino a un massimo di 1,5 metri e vivono cibandosi di piccoli pesci, granchi e calamari. Non hanno alcun interesse verso l’uomo e i pochi attacchi a danno di un essere umano sono riconducibili ad eventi più unici che rari.
Il fatto che il loro aspetto possa, a primo acchito, apparire poco rassicurante, non deve indurre a ritenere, a torto, che non meritino la giusta protezione.
Un quarto degli squali presenti nei nostri mari rischia di estinguersi, ma ancora oggi è difficile stimare quale sia il numero esatto in termini di uccisioni. È bene ricordare che ogni creatura vive nel proprio habitat e che, di fatto, il peggior predatore che abbia mai calcato terra, è e rimarrà sempre e solo l’uomo.