Il prossimo 8 febbraio, l’Autorità di Pianificazione (PA) dovrà decidere rispetto l’ultima fase del “mostruoso” progetto che il magnate gozitano dell’edilizia Joseph Portelli ed i suoi partner in affari, Mark Agius e Daniel Refalo, stanno progettando nel villaggio di Sannat, a pochi metri dalle scenografiche scogliere Ta’ Ċenċ a Gozo.
A segnalare la vicenda è la ONG Moviment Graffitti, ricordando che il massiccio sviluppo di ben 125 appartamenti causerà estesi danni all’ambiente naturale, situato in una zona incontaminata e di alta importanza ecologica, e definendolo «un totale disprezzo delle più elementari leggi di pianificazione e sviluppo».
Il “gioco” delle domande
Tutto ebbe inizio nel 2020, quando i richiedenti avevano presentato la domanda per la costruzione di 22 appartamenti, 15 garage e una piscina. Nonostante la segnalazione delle diverse violazioni sulla politica di pianificazione e l’ingiustificata occupazione di terreno fuori dalle aree di sviluppo evidenziata dall’Ufficiale dell’Autorità, la domanda ha sorprendentemente ricevuto il via libera.
Nel frattempo, gli stessi richiedenti hanno presentato altre due domande per la costruzione di due enormi blocchi adiacenti al sito della prima richiesta. L’ultima di queste, relativa a 73 appartamenti e 60 garage si trova a soli 300 metri dalle scogliere di Ta’ Ċenċ, un’altra area molto vicino a un sito Natura 2000, zona protetta per la conservazione. Anche in questo caso, lo sviluppo proposto supera il limite di altezza consentito dalle politiche di pianificazione.
Una situazione che la ONG commenta sottolineando che «fin dall’inizio, il processo è stato macchiato da irregolarità; non ci sorprenderà quindi se l’Autorità di Pianificazione sceglierà ancora una volta di ignorare volontariamente le raccomandazioni dei suoi stessi funzionari, dando priorità agli interessi dei costruttori».
In totale, quindi, gli imponenti blocchi che si svilupperebbero nell’area comprenderebbero 125 appartamenti, rendendo questo progetto uno dei più grandi Piani residenziali mai avuti luogo sul suolo gozitano.
«È chiaro che i costruttori abbiano diviso il progetto in tre domande separate, utilizzando diversi nomi per i richiedenti, con un intento maligno di eludere un processo di controllo molto più rigoroso. La diversificazione delle richieste e l’approccio frammentario alla pianificazione, sono pratiche illegali, e costituiscono motivi ragionevoli per l’Autorità di Pianificazione per rifiutare categoricamente ed in automatico le domande» ha evidenziato Moviment Graffitti.
Gli stessi “trucchetti” messi in atto a Qala
In passato, simili tattiche abusive hanno portato al via libera ad una “serie di orribili condomini” su un’ampia fascia di terreno a Ta’ Kassja, Qala. Il mega-sviluppo di 160 appartamenti ha occupato un’area totale di 30.000 metri quadrati; ma il progetto non è mai stato esaminato nella sua interezza, né è stato mai preso in considerazione il suo impatto sull’ambiente e sulla comunità locale.
Sebbene entrambi i progetti di Sannat e Qala siano stati impugnati sulla base delle varie illegalità che presentano, le richieste di sospensione dei lavori per dare tempo all’udienza di appello sono state per qualche motivo rifiutate dall’Environment and Planning Review Tribunal.
«Quindi, se i ricorrenti dovessero mai vincere queste cause ed i permessi venissero revocati, i lavori su questi enormi siti giungerebbero a completamento, il che significa che, a quel punto, il danno sarebbe irrevocabile e non si potrebbe più tornare indietro» afferma la ONG.
Intanto il ministro fa spallucce
«Per qualche ragione, il ministro dell’Ambiente e della Pianificazione, Aaron Farrugia, rimane assente e indifferente di fronte a questi palesi abusi, che sono diventati purtroppo sinonimo di uno sviluppo edilizio comune a Malta e Gozo.
È giunto il momento di porre fine a questi “intrallazzi”, che stanno causando una rovina senza precedenti alla nostra terra, distruggendo la qualità delle nostre vite. Alle Autorità deve essere permesso di fare il loro lavoro, ovvero quello di sostenere e far rispettare le leggi in vigore, e non essere guidate dagli interessi dei costruttori» ha concluso Moviment Graffitti.