L’inquinamento atmosferico al Grand Harbour di Valletta ha raggiunto livelli scioccanti pari a 100-200 volte superiori a quelli raggiunti nelle aree non esposte a fonti di inquinamento.
A comunicare la notizia è BirdLife Malta, che lunedì ha divulgato i dati raccolti a seguito di un’analisi condotta dallo scienziato Kare Press-Kristensen, Senior Advisor per l’ONG Green Transition Denmark, nell’ambito del progetto europeo LIFE4MEDECA, che mira alla creazione di un’area di controllo delle emissioni (ECA) nel bacino del Mediterraneo.
Il partenariato raggruppa organizzazioni di diversi Paesi mediterranei, tra cui BirdLife Malta che sinergicamente lavorano per sensibilizzare la società sui danni causati alla salute e al clima dall’inquinamento atmosferico dei trasporti marittimi nel Mediterraneo.
L’organizzazione ha l’obiettivo di spingere le grandi navi ad utilizzare combustibili puliti e sistemi di pulizia dei fumi, limitando il contenuto di zolfo (SOx) e le emissioni di azoto (NOx) nel Mediterraneo.
Dai rilievi effettuati è emerso che l’arcipelago maltese gode di aria pulita. Tuttavia – si legge nel comunicato – la cattiva notizia è che le piccole navi inquinano localmente, mentre le grandi navi che visitano le isole maltesi inquinano intere città.
L’aria atmosferica di Valletta e di Senglea risulta avere un’alta concentrazione di particelle ultrafini quando le navi, sia piccole che da crociera, transitano nel Grand Harbour.
Tali particelle, che si depositano nei polmoni e si insediano nel sangue, rappresentano un grave rischio per la salute umana i cui effetti si traducono in malattie cardiovascolari come ictus e malattie cardiache, malattie delle vie aeree e cancro, che sono annoverare tra le principali cause di morte a Malta.
Dai numeri raccolti, sembrerebbe emergere che circa 250 persone (6,5% di 3.800 decessi annuali) muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico a Malta e che nell’arco temporale tra il 2020 e 2021 l’inquinamento atmosferico ha ucciso più persone a Malta rispetto al COVID-19 (500 rispetto a 460).
Nelle aree in cui sono stati effettuati controlli più severi delle emissioni come quelle dell’ECA dell’Europa settentrionale (tra il Mar Baltico e il Mare del Nord), si è registrata un’elevata riduzione dello zolfo a terra e si sono riscontrati evidenti benefici sia in termini sanitari che economici.
Parlando di possibili soluzioni, Press-Kristensen suggerisce l’impiego di traghetti elettrici, ma soprattutto l’utilizzo dell’energia da terra all’ormeggio che migliorerebbe anche significativamente la salute pubblica maltese.
Nel 2020, Infrastructure Malta ha lanciato il Grand Harbour Clean Air Project, un progetto da 50 milioni di euro di elettricità da terra il cui obiettivo è quello di tagliare oltre il 90% dell’inquinamento atmosferico che le navi da crociera e le navi Ro-Ro producono quando visitano il Grand Harbour. Gli impianti di alimentazione da terra a nave permetteranno alle navi da crociera di spegnere i loro motori a gas o HFO e di collegarsi a punti elettrici lungo la costa per alimentare i loro servizi mentre sono ormeggiati.
Le stime mostrano come l’energia da terra può essere anche un bene per gli affari, con costi extra trascurabili per passeggero e per porto.
Un esempio citato durante la conferenza stampa mostra come, mentre una nave da crociera usa circa 30 kWh per passeggero e normalmente produce elettricità per 0,18 €/kWh, se l’elettricità del porto potesse essere venduta a 0,23 €/kWh (0,05 € in più), il costo extra per passeggero per porto ammonterebbe a soli 1,50 euro o 1% (30 kWh x 0,05 € per kWh) che è meno del prezzo di una tazza di caffè in un porto di crociera.
Tradotto in una tipica crociera di sette giorni che visita quattro porti, l’aumento sarebbe di 6 euro (670 euro senza corrente a terra contro 676 euro con corrente a terra).
In merito all’argomento è intervenuta l’Autorità per le risorse ambientali (ERA) comunicando di aver ha riconosciuto l’impatto che le attività portuali hanno sulla qualità dell’aria e affermando di aver già discusso in passato con BirdLife in merito alla questione.
«ERA e l’Università di Malta hanno monitorato la qualità dell’aria sottovento del Grand Harbour nei giardini di Gardjola, Senglea, dal maggio 2020 in modo da avere un quadro più chiaro della situazione nell’area.
L’impatto dell’industria navale sulla qualità dell’aria non può essere eseguito a caso in giorni selezionati, ma deve guardare a medie affidabili per lunghi periodi di tempo. Sono necessari ulteriori dati scientifici per poter valutare la situazione e devono essere prelevati campioni sufficienti dopo il ritorno alle “normali” attività delle navi da crociera nel post pandemia per avere un quadro chiaro della situazione», ha affermato l’Autorità.
ERA ha inoltre informato che Transport Malta ha già preso provvedimenti per migliorare la situazione attraverso un progetto da 50 milioni di euro che consentirà alle navi di acquisire energia proveniente dalla costa piuttosto che dai generatori di bordo, contribuendo così ad avere un’aria significativamente più pulita nella zona.