All’interno di una movimentata sessione presieduta dall’Autorità di Pianificazione, venerdì è arrivata l’approvazione per uno dei tre progetti – l’ultimo – appartenenti al controverso Piano edilizio pensato nell’area di Sannat, a Gozo, dal magnate edilizio Joseph Portelli, ampiamente contestato già da residenti, ambientalisti ed oppositori che l’avevano definito un “mostruoso esempio del totale disprezzo della legge”.
Nonostante quindi le aspre e dure critiche ricevute e perpetuate nel tempo, l’Autorità di Pianificazione ha dato il via libera al blocco di 73 appartamenti e 60 garage destinati a prendere vita a pochi metri dalle scenografiche scogliere Ta’ Ċenċ a Gozo.
Secondo quanto riportano i media locali parrebbe che, nel corso della sessione di valutazione decisiva, il clima si sia scaldato in fretta, arricchendosi di sprezzanti accuse da parte degli oppositori presenti, che hanno commentato la decisione al grido di “viva la corruzione”, “vergogna”, “come riuscite a dormire la notte?”; altri si sarebbero invece soffermati sul favoritismo messo in atto nei confronti di Portelli, affermando che l’approvazione sarebbe stata concessa, ovviamente, solo sulla base dello status sociale ed economico del magnate gozitano.
Lo streaming della sessione sarebbe stato poi interrotto bruscamente, tagliando in modo netto le critiche, secondo il racconto fornito da Times of Malta.
Il progetto relativo ai 73 appartamenti e 60 garage si lega ad altri due progetti (già approvati in precedenza) riferiti a due blocchi adiacenti, sempre di Portelli, che genererebbero in totale un agglomerato di 125 appartamenti, situati nel villaggio di Sannat, a 300 metri dalle iconiche scogliere di Ta’ Ċenċ.
Un massiccio sviluppo edilizio che stravolgerà in maniera irreversibile il panorama della zona, raggiunto grazie ad un controverso iter burocratico, definito dagli oppositori “salami slicing”, ovvero un sorta di meccanismo che rende, in modo non proprio legale, la vita più facile agli sviluppatori suddividendo il macro Piano di sviluppo in domande separate per eludere così gli studi a cui i grandi progetti sono sottoposti.
I dubbi riguardanti movimenti simili sono stati ovviamente esposti al Consiglio, ma Stephania Baldacchino, capo della Commissione di Pianificazione, ha evitato la questione affermando che problematiche di questo genere devono essere notificate e risolte in fase di domanda e non in sede di approvazione.
La strategia del “gioco delle domande” fu già usata nell’area di Ta’ Kassja, Qala, generando un impatto finale di 160 appartamenti e 30.000 metri quadrati occupati. Sia nel caso di Qala che in quello di Sannat ogni richiesta di sospensione dei lavori, per poter prima cercare eventuali irregolarità, è stata rifiutata.
Oltre al tema legale il progetto di Joseph Portelli destinato all’area di Sannat solleva dubbi di carattere ambientale: uno degli oppositori presenti nel corso della sessione, si è dichiarato fermamente convinto che un progetto simile avrebbe un violento impatto sul sito adiacente di Natura 2000, area naturale protetta dall’Unione Europea.
Un’ulteriore critica ai movimenti riguardanti il progetto è arrivata da alcuni cittadini che, sempre secondo quanto riportato da Times of Malta, avrebbero affermato di aver ricevuto proposte di vendita dei futuri appartamenti già anni fa, quindi prima che l’Autorità di Pianificazione approvasse il Piano di sviluppo.
Un fatto che Baldacchino ha commentato affermando che «Questo non è proprio affare nostro, se ritieni che sia illegale, forse dovresti rivolgerti alla Polizia».
Moviment Graffiti, la ONG che sin dal principio ha manifestato profondi dubbi sul progetto di Sannat, ha rilasciato una dichiarazione sulla propria pagina Facebook soffermandosi sul clima di irregolarità ed illegalità che aleggia intorno all’approvazione, e sostenendo che i dubbi sull’impatto ecologico e sulla vivibilità dei residenti non sono stati minimamente ascoltati.