Le associazioni animaliste di Malta e della Sicilia insieme per salvare rapaci in pericolo. Una bellissima storia che purtroppo inizia da qualcosa di brutto. La notte del 18 aprile 2022 Malta è stata teatro di un triste episodio contro gli animali. Uno dei tanti segnalati sull’arcipelago negli ultimi mesi.
Un volontario di BirdLife Malta ha infatti filmato l’uccisione di alcune albanelle a Delimara, a opera di bracconieri. Le autorità successivamente hanno rinvenuto 10 rapaci, sei dei quali erano già morti e quattro gravemente feriti. Alla fine solo un esemplare femmina è riuscita a salvarsi, riportando però fratture all’ala destra.
L’albanella è arrivata alla BirdLife Malta il 20 aprile e ha iniziato un duro periodo di riabilitazione che si è protratto fino all’inizio di giugno, quando si sarebbe di nuovo riaperta la stagione della caccia al coniglio, esponendo quindi l’esemplare a nuovi rischi. L’associazione ha quindi iniziato a valutare soluzioni alternative con la Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU), per il rilascio dell’animale nella vicina Sicilia.
Dopo una serie di trafile burocratiche, grazie al coordinamento tra le due parti, le intenzioni si sono concretizzate. Il rapace è stato rilasciato nella riserva naturale di Saline di Priolo, a nord di Siracusa. «L’esemplare è stato chiamato Denyer, in ricordo di Adam Denyer, volontario BirdLife negli ultimi 15 anni, che è venuto a mancare proprio nel periodo dell’organizzazione del rilascio del rapace» afferma l’associazione.
I volontari hanno trasportato l’uccello via mare in Sicilia il 17 giugno scorso, dove è stato dotato di un anello di riconoscimento italiano apposto dall’inanellatore Renzo Ientile, in modo che i suoi spostamenti possano essere ricondotti a questo evento di rilascio, in caso di ritrovamenti futuri. Si tratta del primo caso in cui un rapace rinvenuto su suolo maltese viene rilasciato in Italia.
Alla liberazione di Denyer hanno partecipato funzionari della Lipu, del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale di Siracusa e dell’Enel, che assiste la Lipu nella gestione della riserva. Nei giorni successivi l’animale è rimasto nei paraggi, riadattandosi alla vita selvatica.