Diversi rapaci di specie protette tracciati tramite GPS oppure con anelli colorati utilizzati per studiare i fenomeni migratori sono scomparsi nel nulla nei giorni scorsi, appena arrivati a Malta. A comunicarlo è la Ong BirdLife Malta, sottolineando come la caccia illegale sull’arcipelago continui a mietere vittime e impattare costantemente sulle specie protette.
Tra i volatili scomparsi dai radar negli ultimi giorni ci sono un nibbio bruno, un falco pecchiaiolo europeo e un’aquila anatraia minore, che si vanno ad aggiungere ad altre prede dei bracconieri collezionate in precedenza che includono un biancone abbattuto in mare, cicogne bianche e nere e altre specie di aquile che fanno gola agli “appassionati” di tassidermia.
Si tratta di una «continua persecuzione indiscriminata di specie altamente protette sia a terra che in mare» dichiara la Ong, aggiungendo che le forze dell’ordine stanno facendo fatica a tenere il passo con le segnalazioni, soprattutto in mare, dove le pattuglie di polizia sono assenti.
Nel caso del nibbio bruno tracciato dal GPS, BirdLife ha riferito che il suo lungo viaggio migratorio ha avuto inizio dalla Repubblica Ceca, dove è nato, per poi scomparire nel nulla appena arrivato a Malta. OT-093 (questo il codice del volatile) era un giovane esemplare salvato insieme al fratello dal nido situato vicino alla città di Ostrava, nel nord-est del Paese, che era stato abbandonato dai genitori. Cresciuto e divenuto pronto per spiccare il volo, era stato dotato di trasmettitore GPS ad energia solare dall’Università di Scienze Veterinarie di Brno per monitorarne la migrazione.
Il suo viaggio iniziò il 23 settembre dalla Repubblica Ceca in direzione sud-ovest attraverso Austria, Ungheria, Slovenia, Bosnia-Erzegovina e Croazia. Sorvolò poi il Mar Adriatico il 29 settembre e continuò a volare verso sud fino alla sua ultima notte nel sud della Sicilia, il 2 ottobre. Il giorno successivo, 3 ottobre, ha continuato a volare verso sud diretto a Malta, sorvolando Gozo alle 14:30 e raggiungendo le aree di Rabat/Dingli un’ora dopo, stabilendosi per dormire sugli alberi a Fawwara. Da lì, la mattina seguente, il suo segnale GPS ha smesso di funzionare e non si sono più avute sue tracce.
BirdLife sottolinea che si tratta del secondo caso in una settimana di un esemplare tracciato e monitorato che raggiunge l’arcipelago e poi scompare nel nulla.
Lo scorso lunedì, infatti, ad andare incontro alla stessa sorte pare essere stato un falco pecchiaiolo arrivato esausto sull’isola, piombato in un appartamento di Pietà il 15 settembre, e rilasciato a Comino il 2 ottobre dopo essere stato curato da BirdLife Malta. Quello stesso giorno, l’esemplare si diresse nella zona a sud di Buskett, fino a raggiungere Birzebbugia attorno alle 16:30 del pomeriggio, quando il suo segnale GPS si è spento per sempre. Sì, perché in entrambi i casi gli animalisti ritengono che gli esemplari siano stati uccisi e i loro localizzatori distrutti.
«Negli ultimi giorni, gli sforzi di per salvaguardare le specie protette si sono rivelati difficili per lo staff, i birdwatcher e i volontari di BirdLife Malta», scrive la Ong, segnalando un’altra triste vicenda, quella di un biancone che era riuscito a sopravvivere ben due notti a Malta, ma che la mattina del 1 ottobre ha dovuto cedere ai numerosi tentativi dei bracconieri di ucciderlo. Sono infatti riusciti ad inseguirlo e raggiungerlo in barca tra Malta e Filfla, dove lo hanno abbattuto. Il filmato dell’incidente, dichiara la Ong, è stato trasmesso all’Unità di Protezione Ambientale (EPU) delle Forze di Polizia di Malta, a seguito della quale è iniziata un’indagine per arrestare i sospettati.
«È evidentemente una stagione di caccia volta a prendere di mira specie “pregiate” per la tassidermia, e chiaramente non avviene solo sulla terra ma anche in mare, dove i bracconieri sono avvantaggiati dalla mancata presenza delle forze dell’ordine, già scarse su terraferma» ha commentato Nicholas Barbara, responsabile della conservazione presso BirdLife Malta.
La stagione di caccia in mare ha avuto inizio l’1 ottobre e conta oltre 290 cacciatori autorizzati che utilizzano barche per inseguire gli uccelli migratori in acque libere al di fuori dei 3 km dalla costa.
Una proposta avanzata dalla Federazione per la Caccia e la Conservazione (FKNK) propone di ridurre la distanza a 1 km, avvicinando i cacciatori alla riva. «Si tratta di una mossa che servirà solo a decimare gli uccelli più protetti che potrebbero avere chance di sopravvivere all’attuale stagione delle uccisioni a Malta, per poi affrontare le armi da fuoco anche in mare, dove l’applicazione della legge è ancora più difficile» scrive BirdLife Malta.
L’Ong ha invitato nuovamente il pubblico a trasmettere qualsiasi informazione utile sui casi di caccia illegale che prendono di mira specie protette al fine di supportare il lavoro della nel controllo delle infrazioni.
Le segnalazioni possono essere effettuate telefonicamente chiamando l’EPU al 119 e a BirdLife Malta al 2134 7645/7925 5697 o tramite e-mail a [email protected]