La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato illegale la deroga per la cattura di sette specie di fringuelli a Malta per “scopo scientifico”, in violazione della Direttiva Uccelli dell’UE.
Al momento della sua adesione all’Unione Europea, Malta aveva infatti firmato un accordo per eliminare gradualmente la pratica della cattura, che è stata vietata a partire dal 2009. Tuttavia, nel 2014, il governo maltese ha deciso di riaprire la stagione di cattura dei fringuelli applicando una deroga alla legge. Una scelta contestata dalla Commissione Europea, che avviò una procedura d’infrazione. Nel 2018, la Corte di Giustizia dichiarò illegale questa pratica ma, successivamente, il governo cercò di giustificare la cattura per motivi di ricerca, sostenendo che i fringuelli catturati sarebbero stati rilasciati subito dopo la verifica dell’inanellamento per scopi scientifici. La Commissione Europea contestò nuovamente la scelta di Malta, affermando che si trattava solamente di una “copertura” per continuare a legittimare il «precedente regime ricreativo», trascinando la questione di fronte alla Corte dell’UE, la cui sentenza finale è stata emessa giovedì 19 settembre.
Il tribunale europeo ha sottolineato che le decisioni riguardanti la fauna e la natura devono basarsi su solide prove scientifiche. In passato, il Comitato Ornis, che si occupa di fornire raccomandazioni al governo in materia di conservazione, aveva espresso pareri contrastanti riguardo a questa deroga. La sentenza della Corte ha confermato la mancanza di basi scientifiche o conservazionistiche valide per giustificare la cattura dei fringuelli.
Con questa decisione, il governo è ora chiamato a rispettare la sentenza e a dichiarare la fine definitiva della cattura dei fringuelli. Tramite un comunicato ha affermato di aver «recepito la sentenza della Corte che ha dichiarato che un elemento della deroga alla ricerca applicata da Malta negli anni 2020, 2021 e 2022 non era conforme alla direttiva Uccelli. È attualmente in corso un’analisi dettagliata della sentenza per valutare le implicazioni e la strada da seguire». E ancora: «Siamo risoluti nel difendere le pratiche legittime dei cacciatori e continueremo a collaborare con tutte le parti interessate per garantire che le loro preoccupazioni siano affrontate in modo appropriato, nel pieno rispetto del diritto dell’UE e della presente sentenza».
Dal canto suo, la Ong BirdLife Malta si è detta soddisfatta della sentenza, cogliendo l’occasione per ricordare al governo che «abbiamo sempre dato i giusti consigli, anche durante le riunioni del Comitato Ornis», per questo «è un peccato che non siamo stati ascoltati e che siamo dovuti finire in tribunale. Ora il governo non può far altro che ascoltare e rispettare la sentenza della Corte UE».