Cittadini e ambientalisti sono in tumulto dopo il via libera concesso dalla Planning Authority (PA) a Michael Stivala, magnate dell’edilizia locale e presidente della Malta Developers Association, per la realizzazione di una mega-struttura alberghiera da 11 piani in un’area residenziale di Gzira.
Infatti, la scorsa settimana, dopo due ore di udienza in cui Ong e residenti hanno espresso il loro malcontento, la PA ed i tre i membri del Commissariato all’Urbanistica hanno votato a favore della “discutibile” scelta del funzionario competente di applicare una “politica di flessibilità” sull’iniziativa di sviluppo turistico giudicata compatibile con il quartiere circostante, nonostante l’esistenza di una legge che prevede l’assenza di Hotel nelle aree residenziali, ad eccezione di Qui-si-Sana e Tigne Point a Sliema.
Questo aspetto ha causato l’ulteriore dissenso dei presenti che, secondo quanto riportato da Malta Today, non hanno digerito la decisione della PA e del Consiglio, dichiarandosi preoccupati per la stabilità del substrato roccioso nell’area circostante.
Inoltre, ad appesantire il comune sentimento di malcontento, la sede del progetto proposto da Stivala si realizzerà tra Triq Moroni e Triq Parisio, proprio ai confini dei giardini della storica Villa Bonici, l’edificio barocco realizzato nel lontano 1872.
Già da tempo il giardino della casa di campagna del marchese Bonici Ghaxaq è stato illegalmente sfruttato come parcheggio per diversi anni prima che la situazione venisse ribaltata dall’Autorità per l’Urbanistica la scorsa estate.
Secondo i piani originari, le intenzioni del committente del progetto sarebbero quelle di demolire il casale ivi presente e scavare per realizzare le varie aree previste dalla mega-struttura.
L’architetto di Stivala nonché presidente dell’Autorità per l’Edilizia e le Costruzioni, Maria Grazia Schembri, ha infine sostenuto come il sito in questione comprendesse già un certo numero di hotel, affiancandosi alla decisione del funzionario e ribadendo come Stivala avesse già presentato i progetti per la messa in sicurezza del tratto roccioso sottostante il muro del giardino.
In seguito, le Ong Moviment Graffitti e Din l-Art Ħelwa, rappresentate dall’avvocato Claire Bonello, hanno sollevato ulteriori dubbi sull’operato di Stivala nel rivendicare la proprietà, in quanto l’imprenditore non risulterebbe essere in possesso della quota detenuta da Carmel Buttigieg, il quale, presente all’incontro, ha impugnato l’atto in suo possesso a conferma dell’obiezione della legale.
Su questo aspetto Stivala, una volta ribadita la correttezza della dichiarazione, ha infine risposto facendo sapere di non essere intenzionato a mostrare le documentazioni che confermerebbero la sua posizione:
«Se qualcuno è contrario possiamo discuterne in tribunale, oggi siamo qui per determinare una domanda di pianificazione».
Sulla questione è intervenuta in seguito la presidente ad interim Mireille Fsadni che, citando la legge che afferma come qualsiasi comproprietario di un sito possa legalmente dichiararne la proprietà, ha pertanto confermato il diritto della MDA a procedere.
La vittoria dell’imprenditore maltese è stata resa possibile dal dietrofront della Soprintendenza per i Beni Culturali che, nel settembre 2021, aveva dichiarato di nutrire preoccupazione riguardo l’impatto che l’altezza ed il volume dell’albergo potrebbero esercitare sui giardini di Villa Bonici e l’inevitabile demolizione del casale.
Tale timore sarebbe svanito durante l’udienza alla vista del rendering dell’hotel che mostrava come la struttura prevedrà la realizzazione di un terrazzamento lontano dai giardini della Villa di Gzira.
Tra le condizioni proposte dal magistrato permane quella di un accordo tripartito tra il ricorrente, il Comune e l’Ente Urbanistico per favorire la realizzazione e manutenzione dell’atrio pedonale, congiuntamente all’installazione di un canale di scolo delle acque piovane.
Durante il resto dell’udienza si è riversato forte il dissenso dei residenti e delle Ong che, tra chi affermava “bisogna fermare questa follia” e chi, ricordando di essere già soggetti al rumore prodotto da un lido detenuto in parte sempre da Stivala aggiungeva sarcasticamente “non ci resta che cambiare il nome di Gzira in Stivaland”, ha ulteriormente lamentato l’inevitabile inasprimento della qualità di vita dovuto alla futura convivenza con lo “sgradito coinquilino” da 11 piani.