Continuano le proteste contro il progetto per lo sviluppo di un complesso turistico di dieci bungalow con piscina ed altre strutture annesse che occuperà l’area su cui attualmente sorge una vecchia fabbrica di fuochi d’artificio non più in uso a Dingli.
Il sito, parte di Natura 2000, è un territorio classificato come fuori dalla zona di sviluppo e si estende per 6.275 metri quadrati.
A dire la sua anche la ONG Moviment Graffiti che, attraverso un comunicato stampa, martedì fa sapere di aver presentato ricorso contro la richiesta di autorizzazione al progetto depositata dagli sviluppatori.
Sarà l’Autorità di Pianificazione (PA) ad esprimersi, giovedì, in merito al controverso piano destinato ad occupare una maggiore quantità di terreno incontaminato ubicato all’interno di una Zona Speciale di Conservazione dell’habitat della scogliera, e collocato tra due Zone di Protezione Speciale per la conservazione degli uccelli marini ai quali nuocerebbe gravemente l’inquinamento luminoso.
«Questa richiesta rappresenta uno spudorato tentativo di eludere i vincoli legati alla regolamentazione in vigore sulle aree fuori dalle zone di sviluppo (ODZ). Se approvato, potrebbe spalancare la porta a domande simili in altre aree di Malta» ha affermato un portavoce dell’ONG.
«In origine, il permesso presentato per la fabbrica includeva anche una clausola che vietava chiaramente la destinazione di tali strutture ad appartamenti turistici. Questo perché, per motivi di sicurezza legati alla natura pericolosa dei materiali prodotti, la fabbrica doveva essere ubicata lontano dalle aree residenziali».
Il gruppo di attivisti ha anche evidenziato come Infrastructure Malta abbia collegato l’approvvigionamento idrico allo stabilimento in disuso prima che venisse presentata la domanda all’Autorità di Pianificazione, dal momento che le precedenti richieste, effettuate nel 2017, erano state respinte proprio a causa della mancanza di servizi presenti nel sito.
La stessa richiedente, Maria Sant, a tal proposito ha dichiarato che nella domanda viene specificato che non era necessario alcuno scavo per collegare la struttura alla rete idrica. Gli attivisti hanno così commentato: «ciò equivale a una conferma scritta che Infrastructure Malta ha utilizzato fondi pubblici per ottenere il via libera ai progetti privati, assicurando che gli sviluppatori trovino meno ostacoli possibili nel loro tentativo di commercializzare un’area incontaminata».
Nelle sue accuse, Moviment Graffitti non ha risparmiato neanche l’Autorità per le Risorse ambientali (ERA), che in un primo momento si era opposta al progetto, ma successivamente ha fatto dietrofront.
Anche la Sovrintendenza ai Beni Culturali pare abbia raccomandando la demolizione della fabbrica e la riqualificazione del sito.
L’Organizzazione insiste nell’esortare il rigetto della domanda per evitare un precedente che faccia da apripista ad una speculazione incontrollata delle campagne con l’utilizzo di fondi pubblici
La protesta degli attivisti va ad aggiungersi a quella precedentemente espressa dal Consiglio Locale di Dingli, che nei giorni scorsi ha votato all’unanimità contro il progetto del moderno complesso di bungalow con piscina e parcheggio, dichiarando che «la proposta di sviluppo si colloca nel bel mezzo di un sito parte di Natura 2000, in una delle zone più belle e panoramiche delle isole maltesi».
Per questa ragione, il Consiglio Locale ha inoltre criticato l’Autorità per le Risorse ambientali in merito al rapporto generico di due pagine eseguito sul progetto, che non fa menzione del possibile impatto su flora e fauna, sui sistemi idrici naturali e sulle emissioni luminose.