La gestione di Comino, tra abusivismo, impatto ambientale e le promesse del governo torna ancora una volta a far discutere.
A distanza di un mese dall’incursione in cui erano state rimosse sdraio ed ombrelloni abusivi, Moviment Graffitti è tornata sulla piccola isola dell’arcipelago maltese per verificare la presenza di un reale cambiamento sul territorio, come promesso dal governo, immortalando la situazione attraverso un video diffuso sui social:
Lo scorso 11 giugno, infatti, gli attivisti di Moviment Graffitti si presentarono a Comino, rimuovendo con forza lettini e ombrelloni piazzati sulla spiaggia di Blue Lagoon da venditori abusivi che, di fatto, precludevano l’accesso libero ai bagnanti.
La mobilitazione, accompagnata dallo slogan “il litorale di Comino è per tutti”, ha raccolto il consenso dei presenti e degli utenti dei social network, evidenziando come la “privatizzazione illegale” dell’isola fosse un problema largamente percepito.
All’eco generato dall’azione della ONG si unì l’attesa risposta governativa: il ministro del turismo Clayton Bartolo dichiarò l’arrivo di misure contro l’abusivismo ed una regolamentazione riguardo la vivibilità del litorale di Comino.
In risposta all’azione di Moviment Graffitti, secondo Bartolo gli operatori commerciali autorizzati avrebbero infatti avuto il divieto totale di piazzare materiale sulla piccola lingua di spiaggia presente a Blue Lagoon e, negli spazi concessi, l’obbligo di occupare il suolo solo nel caso di esplicite richieste da parte dei bagnanti.
Nei piani del governo Abela la risoluzione della problematica avrebbe avuto, secondo l’approccio scelto, la necessità di trovare un punto di incontro tra le persone e gli operatori commerciali coinvolti. Proprio la realizzazione di questo “equilibrio”, promosso dallo stesso primo ministro in risposta a presunte accuse di corruzione a Comino, è stata indagata nella recente visita sull’isola di Moviment Graffitti: «Se è vero che non ci sono più sdraio sulla spiaggia, i venditori continuano però a posizionarle prima dell’arrivo dei turisti sia sul molo che nell’altra area del litorale», ha incalzato l’ONG all’interno del proprio comunicato, delusa dalle promesse mancate.
Nelle riprese video che accompagnano il comunicato, Moviment Graffitti ha inoltre posto l’accento sull’impatto ambientale del turismo di massa che affolla l’isolotto, in particolare mostrando gli innumerevoli residui di cocktail, ed altri rifiuti, lasciati sul posto: «Un’altra cosa presente già dalle prime ore del mattino sono i resti dei cocktail all’ananas dei giorni precedenti. Questi si trovano in tutta l’isola, insieme a bicchieri di plastica e altri rifiuti. Per di più, dopo un paio d’ore di relativa tranquillità, iniziano ad arrivare grandi barche che depositano centinaia di turisti. Chiediamo che anche queste grandi imbarcazioni vengano bandite da Comino».
Proprio l’elevato numero di imbarcazioni e di traffico turistico, secondo l’ONG, espone l’intero territorio ad una “pressione” insostenibile, di cui Blue Lagoon rappresenterebbe solo la punta dell’iceberg: «Sebbene la Laguna Blu sia stata finora il nostro obiettivo principale, non è affatto l’unica area problematica di Comino. Una passeggiata lungo la costa rivela quanto questa piccola isola sia già in difficoltà, per non parlare di quanto lo sarà ancora di più se il governo andrà avanti con i piani per attirare ancora più visitatori».
Bisogna inoltre ricordare che l’accesso all’altra splendida baia dell’isola, quella di San Niklaw, è stato completamente bloccato già nei mesi scorsi dai lavori in corso per mano del gruppo Hili.
La strada alla ricerca di un equilibrio ideale tra settore commerciale, rispetto dell’ambiente e turismo si presenterebbe quindi molto più complicata e lontana da un’effettiva risoluzione tanto desiderata da cittadini e da Moviment Graffitti, che conclude affermando: «Se questo è l’ideale di equilibrio di Robert Abela, allora questo paradiso tra Malta e Gozo sarà distrutto in pochi anni. Invece di parole vuote, è necessario agire ora».