L’uccisione illegale di specie protette continua a dilagare sull’arcipelago maltese; a lanciare l’allarme è la ONG BirdLife Malta, sottolineando quanto la tendenza sia in aumento negli ultimi anni. Le cifre relative al 2021 mostrano infatti un totale di 181 esemplari protetti abbattuti per mano di cacciatori senza scrupoli.
Si tratta tuttavia di un numero approssimativo, relativo ai solo uccelli morti rinvenuti da passanti e segnalati alle Autorità competenti, e che quindi non rispecchia appieno la realtà. All’appello mancano infatti le migliaia di esemplari uccisi e recuperati dai bracconieri stessi, per finire principalmente impagliati.
Più in generale, nel corso degli ultimi otto anni, raggiungono il totale di 794 gli uccelli protetti abbattuti illegalmente e rinvenuti dal pubblico. Con un +79%, la curva verso l’alto registrata dal 2018 al 2021 è estremamente evidente. Dal 2014 al 2017 sono stati infatti 190 gli esemplari rinvenuti, che hanno raggiunto quota 604 dal 2018 al 2021. Un triste trend che è stato in grado di triplicarsi nel giro di soli quattro anni.
I dati non includono i fringuelli catturati illegalmente sotto una controversa quanto fumosa deroga a scopi “scientifici”, creata dal Governo maltese per aggirare il divieto di cattura della specie impartito dall’UE. La scelta ha fatto storcere il naso a Bruxelles che, per questo, trascinerà presto Malta davanti alla Corte di Giustizia europea.
«L’abuso di tale deroga è così dilagante che, in pochi mesi, BirdLife Malta ha ricevuto 926 fringuelli protetti per la riabilitazione, che sono poi stati rilasciati nuovamente in natura. Altri 120 uccelli protetti sono stati catturati illegalmente con gli stessi metodi. A novembre è stata presa la decisione politica di fermare il coinvolgimento di BirdLife Malta in questi casi legati alla cattura dei fringuelli, per non esporre la gravità di questo problema.
La ONG sarà pronta a presentare queste cifre insieme a prove video e fotografiche alla Commissione Europea nel prossimo futuro», si legge nel comunicato dell’Associazione.
«Crediamo che la mancanza di disciplina da parte dei cacciatori insieme ad un Governo che si sta piegando su sé stesso per cedere alle richieste della lobby della caccia, unitamente ad un’applicazione più debole delle leggi e le varie deroghe alle direttive europee siano la causa principale di questo fenomeno. Stiamo ancora soffrendo per due grandi errori commessi in passato dai governi, sia laburisti che nazionalisti, che avevano dato amnistie a migliaia di cacciatori che avevano dichiarato oltre mezzo milione di uccelli protetti uccisi illegalmente. Il controllo di queste liste si era fermato, e oggi ne paghiamo il prezzo.
A peggiorare le cose, sembra che certe parole non siano mai state messe in pratica, come nel caso della zona di divieto di caccia a Qawra Point. Le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente in seguito al massacro dei fenicotteri protetti nella zona, sembrano non aver trovato il sostegno del resto del Governo. Chiediamo a entrambi i partiti di smettere di essere senza spina dorsale nei confronti di coloro che infrangono la legge e di iniziare a prendere sul serio le uccisioni illegali e le trappole» ha affermato Mark Sultana, CEO di BirdLife Malta.