L’impianto di lavorazione del tonno di Birzebbugia continua a essere al centro di polemiche e proteste. Troppa sembra essere la puzza prodotta dal riciclaggio dei rifiuti del pesce emanata dallo stabilimento, aperto circa due mesi fa.
Già verso fine novembre, le Ong “Moviment Graffitti” e “Għaqda Storja u Kultura Birżebbuġa” avevano inviato una lettera al ministro dell’Energia Miriam Dalli e al ministro dell’Economia Silvio Schembri, per esporre la situazione in cui verserebbero i residenti e i lavoratori della zona, con odori insopportabili in alcune zone della cittadina, provenienti dalla nuova fabbrica appartenente ad Aquaculture Resources Ltd.
Ora, le due organizzazioni hanno deciso di intraprendere azioni più concrete, scendendo in strada a fianco dei residenti e lavoratori della zona, esasperati dalla situazione. Nella mattinata di sabato 17 dicembre gli attivisti hanno infatti supportato i cittadini in una protesta pacifica, chiedendo lo stop immediato delle attività fino a quando non verrà risolto il problema del cattivo odore.
Il Comune di Birzebbugia ha recentemente informato di aver incontrato l’Environment and Resources Authority (ERA) e Water Service, per tentare di risolvere il problema. Tramite un comunicato, Moviment Graffitti, assieme a Għaqda Storja u Kultura, affermano di prendere atto dell’impegno, ma di non ritenerlo sufficiente.
Al termine di alcuni sopralluoghi, ERA aveva infatti ribadito la conformità dell’impianto, mentre Water Service aveva invitato la società a smaltire diversamente i liquami. Nulla però sembra essere cambiato dal punto di vista del fetore percepito nella zona.
Per questa ragione, gli attivisti hanno insistito sul fatto che l’azione intrapresa dalle autorità rimane insufficiente, chiedendo quindi l’immediata sospensione delle operazioni fino a che non si sarà risolto il problema.
Sulla questione è intervenuto Charlon Gouder, amministratore delegato della società che riunisce i più grandi allevatori di tonno dell’arcipelago, che a Times of Malta ha dichiarato: «Dall’apertura dell’impianto abbiamo effettuato 60 ispezioni ambientali da parte dell’Autorità per le risorse ambientali, ma non hanno mai trovato cattivo odore. Buttiamo via solo l’acqua che usiamo per pulire, ma prima viene trattata».
Gouder ha anche spiegato che prima dell’apertura, i resti del tonno che non erano stati venduti venivano gettati in mare a chilometri di distanza dalla costa, una pratica non più consentita.
«Nello stabilimento sono presenti due camini separati – ha continuato il Ceo – uno emette aria dall’interno delle macchine, mentre l’altro la espelle dall’edificio stesso. Entrambi filtrano l’aria utilizzando raggi UV, carbonio e ozono».
Gouder ha infine affermato che chi pensa che la causa del cattivo odore sia l’impianto in questione, dovrebbe visitarlo per accorgersi da solo di sbagliarsi.