L’annuncio del ministro dei Trasporti circa la volontà di puntare sull’industria dei superyacht non è piaciuto agli attivisti di Moviment Graffitti, che si sono detti «estremamente preoccupati» sulle intenzioni del governo di considerare le coste ed il mare attorno all’arcipelago «una fonte di guadagno per gli interessi economici di alcune persone a discapito della collettività», soprattutto «visti i pochi luoghi ormai rimasti alla gente».
«Aaron Farrugia e il governo che rappresenta vogliono ora toglierci questo spazio, in modo che i ricchi possano continuare a beneficiarne» hanno tuonato gli attivisti della Ong, ricordando che, negli ultimi 16 anni, il numero di superyacht (di lunghezza superiore ai 24 metri) registrati a Malta è cresciuto di oltre 10 volte, passando da 100 a 1.100 unità.
«Farrugia sostiene che ciò contribuisca all’economia e generi occupazione. Tuttavia, finora non ha spiegato come stiamo raccogliendo i benefici di questa industria, considerando soprattutto che lo stesso documento strategico stabilisce che i lavoratori qualificati in questo settore sono in costante calo» continua il comunicato di Moviment Graffitti.
Sempre sul documento di “visione strategica” si afferma inoltre che sono state condotte diverse consultazioni con l’industria dei superyacht ma, come ha fatto notare la Ong, «purtroppo non si è ancora svolta alcuna consultazione con gli stakeholder più importanti: i cittadini».
E su questo argomento scatta l’inevitabile parallelismo con la protesta pubblica che si tenne a Marsascala, dove residenti, attivisti e semplici cittadini scesero ripetutamente in piazza per manifestare contro il porto turistico proposto nella baia della località a sud di Malta, «una prova sufficiente del fatto che la gente è stufa dell’occupazione del suolo pubblico, dello sfruttamento dell’ambiente e, ora, anche delle nostre coste e del nostro mare».
In dubbio anche le intenzioni del governo circa la necessità di avviarsi verso la transizione “green” e la volontà di puntare parallelamente sull’industria dei superyacht. Per gli attivisti è chiaro si tratti di qualcosa completamente incompatibile: oltre a occupare enormi quantità di spazio, i superyacht inquinano il mare e l’aria e, anche con una buona regolamentazione, contribuiscono alla distruzione della biodiversità naturale. Senza contare che i motori emettono tonnellate di anidride carbonica, oltre ad altri gas e particelle tossiche.
Il comunicato si conclude poi in maniera perentoria: «Moviment Graffitti insiste sul fatto che qualsiasi decisione importante che influisca sull’ambiente e sulla qualità della vita in generale dovrebbe essere presa solo se è di interesse pubblico. La gente non ha bisogno e né vuole porti turistici per ricchi e progetti di bonifica che genererebbero ulteriori speculazioni fondiarie».
E poi «Se il governo dovesse continuare a sostenere le “esigenze” dei ricchi invece di quelle dei cittadini, siamo pronti a schierarci al fianco di questi ultimi nella loro continua lotta contro lo sfruttamento della nostra terra, che è sempre più scarsa, delle nostre coste e dei nostri mari».