È iniziata mercoledì la potatura dei 145 alberi lungo la Valley Road di Msida. L’attività ha l’obiettivo di garantire la sicurezza nell’area e comprenderà l’eliminazione dei rami a rischio caduta che mettono a repentaglio la sicurezza di automobilisti e pedoni e di quelli che rappresentano un pericolo per gli edifici vicini. Parallelamente, è prevista anche la riduzione delle chiome fino a sei metri, per minimizzare ulteriormente i pericoli.
Secondo quanto riportato dai media locali, la prima fase dei lavori dovrebbe concludersi entro il 10 marzo, con gli interventi che interesseranno un terzo degli alberi presenti. Il secondo lotto verrà svolto la prossima estate, mentre la fase conclusiva è prevista per febbraio 2025. Nei periodi di attività la strada rimarrà chiusa ogni sera dalle 21 alle 5 del mattino. Gli alberi verranno quindi potati in orario notturno, minimizzando i disagi al traffico.
Il progetto ha inizialmente generato preoccupazioni e allarmi riguardo al rischio di danni alla natura, con potature estreme ed eradicazioni evitabili. Moviment Graffitti, in particolare, ha espresso forti critiche, accusando Transport Malta di “non distinguere tra potatura e macellazione”. Tuttavia, un successivo dialogo con l’ente governativo e i rappresentanti dell’appaltatore ha portato a una distensione tra le parti, con la Ong che si è detta “rassicurata” dal risultato ottenuto dopo che gli esecutori sono stati invitati a limitare i tagli al necessario. La reazione degli attivisti ai primi interventi potrebbe però non essere delle migliori, specialmente alla luce delle immagini che mostrano alcune piante potate drasticamente o addirittura tagliate alla base.
Pur approvando in linea di massima l’approccio alla potatura, prima dell’inizio dei lavori l’Ong aveva espresso preoccupazioni riguardo alla rimozione del fogliame entro tre metri dagli edifici, rimarcando l’importanza di valutare “caso per caso”, anziché seguire una regola indiscriminata. L’organizzazione aveva anche sottolineato l’importanza di preservare determinati tipi di piante come l’ortica meridionale, e allertato sull’effettuare tagli completi ai rami principali, per non compromettere la stabilità degli alberi e la sicurezza pubblica, insistendo su un monitoraggio attento degli interventi.
Infine, gli attivisti avevano espresso la necessità di terminare rapidamente la prima fase dei lavori, per via dell’imminente stagione di nidificazione degli uccelli, minimizzando quindi l’impatto sull’ecosistema dei 145 alberi coinvolti. Nonostante l’urgenza di risolvere i problemi derivanti da anni di negligenza, l’Ong aveva ribadito che le responsabilità di eventuali danni dovranno ricadere sugli enti gestori, e che qualsiasi azione correttiva dovrebbe limitare al minimo l’impatto sulla vegetazione e sulla biodiversità locale.
(photo credits: Terry Caselli Photography)
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