Asse caldo sul fronte accordo-truffa legato alla privatizzazione di tre ospedali pubblici con il Partito Nazionalista e il suo leader, Bernard Grech, che in conferenza sui social hanno indetto una manifestazione in programma il prossimo lunedì, 13 maggio, alle ore 18:00 di fronte al Parlamento a Valletta per far fronte al «deficit democratico in atto».
Una protesta organizzata a seguito dei numerosi solleciti rimasti inascoltati per ottenere la pubblicazione del rapporto d’inchiesta, e comunicato attraverso una locandina che pone in primo piano il volto di Abela e dei principali imputati del caso Vitals, ovvero l’ex Primo Ministro Joseph Muscat, il vice Primo Ministro Chris Fearne, il governatore della Banca Centrale Edward Scicluna, l’ex ministro Konrad Mizzi e l’ex capo di Gabinetto Keith Schembri, richiamando sarcasticamente lo slogan laburista per le europee “Saħħa lill-Maltin (Salvate i maltesi)”, trasformato per l’occasione in “Nagħtu s-saħħa lill Maltin (Date potere ai maltesi)”.
Una presa di posizione necessaria, secondo Grech, durante un momento “senza precedenti” per il Paese, che vede alti funzionari pubblici affrontare accuse pesanti quali riciclaggio di denaro, corruzione e frode ai danni dello Stato, e caldeggiato ancor di più a seguito del durissimo attacco sferrato da Abela contro la magistratura e i media durante la conferenza stampa d’urgenza indetta dallo stesso Premier nei giorni scorsi.
«Abbiamo un Primo Ministro che conosce i risultati dell’inchiesta e, per salvare la propria pelle, li utilizza contro i tribunali, i media e chiunque non la pensi come lui», la spiegazione del leader nazionalista.
Un operato fortemente condannato da Bernard Grech che ha anche rivolto parole dure contro la lentezza delle autorità nell’avviare le indagini già quando «in molti, PN compreso, parlavano di corruzione in questa trattativa», e contro la Tv di Stato e la Broadcasting Authority, condannate dal tribunale per non aver rispettato l’obbligo d’imparzialità censurando un fatto di rilevanza nazionale dimostrando, secondo l’opposizione, di essere ancora una volta «strumenti nelle mani del Governo».
Inoltre, mentre Abela durante la conferenza ha respinto l’idea di richiedere le dimissioni per i soggetti indagati che occupano un ruolo pubblico, diametralmente opposta la visione del PN che ritiene inevitabile l’abbandono degli incarichi istituzionali dei personaggi indagati e la necessità di fornire delucidazioni sul piano che il Governo intende attuare per recuperare i 400 milioni di euro «rubati ai cittadini».
Queste ultime richieste, insieme alla pubblicazione dei risultati dell’inchiesta, sono tra i punti fondamentali che Grech ribadirà lunedì prossimo insieme alle organizzazioni studentesche, le Ong e le istituzioni che parteciperanno per «rispondere alla chiamata del Paese».