Erano in centinaia le persone che ieri pomeriggio hanno affollato una delle strade principali di Valletta in occasione del raduno organizzato annualmente dalla coalizione “Voice for Choice” per commemorare la Giornata internazionale dell’aborto sicuro.
A suon di tamburi e cartelli con scritte e slogan che “normalizzavano” la pratica dell’aborto, vista ancora oggi a Malta come uno stigma da nascondere, punito dalla legge, la folla di manifestanti composta anche dagli attivisti delle 14 organizzazioni che compongono la Voice for Choice Coalition ha chiesto ancora una volta l’aborto venga depenalizzato, normalizzato, destigmatizzato e reso disponibile e accessibile a livello locale. Hanno inoltre spiegato che, a Malta, ci sono così tante persone che hanno abortito che «tutti devono conoscere qualcuno che è ricorso alla pratica e, se non lo fanno, è a causa dello spiacevole stigma che ancora persiste nel Paese».
I manifestanti si sono dati appuntamento davanti al tribunale dopo che qualche mese fa una donna vittima di violenza domestica è stata «trattata come una criminale», denunciata per aver abortito.
«Per noi non sei un criminale. Tu sei nostra sorella. Sei una di noi. Chiunque tu sia, ovunque tu sia, siamo arrabbiati e disgustati per quello che hai dovuto passare e hai il nostro sostegno e la nostra solidarietà» hanno dichiarato gli attivisti “pro-choice” in un comunicato congiunto diffuso a margine della manifestazione, nel quale si sono rivolti anche «ai cittadini che, per motivi politici continuano a nascondere la testa sotto la sabbia e a chinare il capo davanti alle lobby conservatrici, ignorando la condizione delle donne che soffrono ogni giorno» ricordando loro che «continueremo a essere più espliciti, a denunciare la vostra ipocrisia quando dite che vi sentite “a disagio” per il fatto che una donna vulnerabile venga portata in tribunale, per poi approvare, meno di un mese dopo, una legge che ci immerge ulteriormente nel patriarcato».
Essa di “Students for Choice” ha ricordato che, ancora oggi, a causa dell’attuale «clima politico e sociale», ci sono ancora studenti riluttanti a parlare apertamente sul tema, per paura di essere giudicati o malvisti.
Sempre in occasione della Giornata internazionale dell’aborto sicuro 2023, la professoressa Isabel Stabile e la dottoressa Natalie Psaila di Doctors for Choice e Abortion Doula Service, hanno ricordato il servizio di supporto della Doula per l’aborto, che fornisce consulenza medica gratuita a chiunque si trovi a Malta prima, durante o dopo un aborto, con l’obiettivo di proteggere le donne garantendo che siano in grado di individuare eventuali complicazioni durante la pratica.
«Questo paese è un paradosso» ha chiosato Cynthia Chircop, co-coordinatrice di MGRM, il Movimento per i diritti LGBTIQ di Malta, sottolineando che «negli ultimi dieci anni, abbiamo fatto enormi passi avanti nel campo dei diritti LGBTIQ, con Malta che ha appena messo in mostra i suoi “successi” in materia di diritti civili nella più grande settimana dell’EuroPride che abbia mai visto, ma sulle cure riproduttive sono ancora indietro anni luce».
Chircop ha infatti ricordato che, anche all’interno della comunità LGBTIQ+ ci sono persone che non sono pronte per diventare genitori per vari motivi, tra i quali salute fisica e mentale e ragioni economiche. Senza considerare i gravi casi di gravidanze indesiderate in cui persone discriminate sono costrette a subire violenza sessuale e stupri e «non possono parlarne perché è tabù farlo, perché rischiano di essere denunciate alla polizia, umiliate e aggredite».
«I diritti LGBTIQ e il diritto all’assistenza sanitaria riproduttiva, compreso l’aborto, hanno un fondamento comune: l’autonomia del proprio corpo. Questo è un diritto fondamentale, in particolare dell’uguaglianza di genere» ha affermato Chircop, sottolineando che «Un paese che sventola la bandiera del Pride, orgoglioso di essere il primo in Europa in termini di diritti LGBTIQ, negando al contempo qualsiasi forma di assistenza sanitaria alle persone che possono rimanere incinte, dovrebbe e deve fare di più per sostenere veramente l’uguaglianza».
«Siamo a favore della vita, a favore della donna, a favore delle persone incinte, favorevoli a proteggere la vita delle persone le cui gravidanze mettono a rischio la loro salute mentale e fisica, senza la necessità di superare i lunghi e rischiosi ostacoli imposti dalle nostre leggi penali» ha ricordato la dottoressa Carla Camilleri, avvocato e vicedirettore della aditus foundation, sottolineando la necessità di offrire un «trattamento umano alle madri a cui viene data la triste notizia della presenza di un’anomalia fatale del feto», oltre «alla tutela dei diritti delle donne vittime di stupri» e «all’uguaglianza per i richiedenti asilo e i migranti privi di documenti, a cui è proibito viaggiare, e che quindi non hanno accesso all’aborto nello stesso modo in cui sappiamo che un numero significativo di donne più benestanti fa quando viaggiano all’estero per procurarsene uno».
Camilleri ha ricordato che ogni anno circa 300 donne residenti a Malta ricorrono all’aborto tramite pillole acquistate sul web, oppure viaggiano all’estero, tuttavia «sebbene i nostri legislatori siano a disagio e scioccati quando si verificano procedimenti penali legati a queste vicende, continuano a verificarsi».
«Siamo a favore dei diritti e della vita della persona incinta. Ribadiamo pertanto il nostro appello per la depenalizzazione dell’aborto e l’accesso universale ai metodi contraccettivi, indipendentemente dalla nazionalità e dallo status sociale» ha concluso Camilleri.
A Malta, almeno una persona al giorno ricorre alla pillola abortiva tra le mura di casa. Pillole sicure, presenti nell’elenco dei farmaci essenziali stilato dall’OMS, tanto che l’aborto farmacologico è diventato la forma più comune di aborto nelle fasi iniziali della gravidanza, hanno ricordato gli attivisti attraverso un comunicato congiunto, sottolineando che, «nonostante le pillole causino un aborto spontaneo che molto spesso non richiede ricoveri in ospedale, a Malta la pratica è criminalizzata con una condanna fino a 3 anni di reclusione».
Le 14 organizzazioni che compongono la Voice for Choice Coalition sono Academics for Choice, aditus foundation, Doctors for Choice, Grandparents for Choice, Integra Foundation, Lawyers for Choice, Malta Humanists Association, Men Against Violence, MGRM, Moviment Graffitti, Parents for Choice, Students for Choice, Women’s Rights Foundation, Young Progressive Beings.