Sembrerebbero numerosi i maltesi che stanno ricevendo nella propria cassetta postale delle lettere indirizzate a cittadini extracomunitari loro sconosciuti, destinatari di comunicazioni inviate da Identità, ma anche dall’ospedale Mater Dei, dalla banca, bollette e altra documentazione.
A rivelarlo è Jason Azzopardi, l’avvocato ed ex parlamentare nazionalista che nei giorni scorsi ha depositato un’istanza per chiedere l’avvio di una inchiesta “urgente” da parte della magistratura su un presunto giro fatto di corruzione e tangenti milionarie che, dal 2015, avrebbe visto alti funzionari dell’agenzia Identità intascare soldi da cittadini extracomunitari che sarebbero arrivati a pagare fino a 8.000 euro per ottenere la carta di identità maltese.
Tramite social, per «spiegare quanto è grave il racket di Identità ancora in corso», Azzopardi ha pubblicato la foto di una cassetta postale nella quale settimana scorsa sarebbero state recapitate delle lettere inviate da Identità e indirizzate a cittadini stranieri. Presso lo stesso numero civico risiederebbe una anziana donna che, proprio qualche giorno prima, sarebbe stata trasferita presso una casa di riposo statale e che, in realtà, una cassetta postale non l’avrebbe mai avuta.
Ad installarla sarebbe stato «un soggetto non identificato», destando i sospetti del figlio della donna che si è poi rivolto ad Azzopardi per raccontare “l’anomalia”. Di lì a poco, al suo interno sarebbero comparse due lettere indirizzate a due cittadini indiani sconosciuti alla famiglia che li informavano che il loro permesso di soggiorno era pronto per essere ritirato.
«Ciò significa che Identità ha emesso fraudolentemente permessi di soggiorno, carte d’identità e quindi la libertà di movimento per questi indiani infrangendo la legge, oltre a falsificare un contratto di locazione» ha dichiarato il legale, aggiungendo: «questo implica che esiste un sistema criminale in cui una o più persone del dipartimento degli anziani, che hanno accesso al database centrale delle ammissioni nelle case di riposo dello Stato maltese, forniscono le informazioni ai criminali di Identità affinché questi inseriscano quell’indirizzo per il rilascio del permesso di soggiorno».
«Capite quanto è grande la piovra della corruzione? Non c’è da stupirsi se i cittadini stranieri pagano 8.000 euro ciascuno per ottenere documenti visto che ci sono molte bocche da sfamare» afferma Azzopardi, sottolineando come nessuno stia domandando a Byron Camilleri (ministro degli Interni, ndr.) il motivo della sua inazione e che la polizia è a conoscenza di quanto sta accadendo «ma il commissario Angelo Gafà copre il raggiro perché ne è complice».
L’avvocato ha successivamente pubblicato su Facebook una sfilza di post corredati da fotografie di lettere spedite da Identità, ospedale, ma anche da banche, operatori telefonici e persino assegni del governo indirizzate a diversi cittadini stranieri e recapitate all’interno delle cassette postali di case situate a Birkirkara, Msida, St. Paul’s Bay, Sliema, Zabbar, Paola, Zejtun di proprietà di ignari cittadini maltesi che in quelle abitazioni vi risiederebbero per davvero da diverso tempo, oppure erano appena stati ricoverati all’ospedale Mater Dei o trasferiti in case di cura per anziani.
«Si tratta per la maggior parte di casi di sfruttamento e tratta di stranieri vulnerabili» ha commentato Azzopardi, facendo riferimento ai numerosi cittadini extracomunitari presumibilmente caduti vittima del racket delle carte di identità e che avrebbero speso migliaia di euro per ottenere il documento maltese, di fatto un “lasciapassare” per l’Europa.
A coloro che dovessero trovarsi nella cassetta postale delle lettere indirizzate a cittadini stranieri mai conosciuti prima, Azzopardi suggerisce di:
- Aprire la lettera, farne una copia anche del contenuto e conservarla
- Scrivere a Identità inviando una comunicazione formale allegando copia della lettera e del contenuto ricevuti. Richiedere loro una spiegazione sul motivo per il quale sia stato possibile che l’indirizzo di casa sia stato utilizzato senza permesso da cittadini stranieri sconosciuti. Chiedere responsabilità per eventuali danni subiti.
- Rivolgersi all’autorità competente per sapere se qualcuno è stato registrato presso l’indirizzo di casa negli ultimi 10 anni. «Parte del racket potrebbe coinvolgere la falsificazione di contratti di locazione che mostrano che avete stipulato un contratto di affitto con stranieri, falsificando quindi la vostra firma. Questi documenti falsi potrebbero essere stati inseriti nel database informatico da criminali corrotti di Identità, probabilmente con la complicità di un funzionario dell’Housing Authority. Se avete un parente ricoverato al Mater Dei, al St. Vincent De Paul o in una casa di riposo statale, ci potrebbe essere anche la complicità di funzionari pubblici con accesso al sistema di ammissioni che hanno fornito informazioni ai loro complici in Identità».
- Recarsi alla stazione di polizia e sporgere denuncia formale dichiarando che terze persone, con l’inganno, hanno utilizzato fraudolentemente l’indirizzo di casa per far risultare che lì vi risiedessero anche degli stranieri. «Indicate che i reati coinvolti sono: frode (artt. 308 e 310 del Codice Penale), cospirazione (art. 48A), abuso informatico (art. 337C), violazione della protezione dei dati, associazione a delinquere (art. 83A), falsificazione di scritture con la vostra firma (artt. 183, 184 e 188), corruzione (art. 120(1) e (3) del Codice Penale) e riciclaggio di denaro (Cap. 373 delle Leggi di Malta). Non lasciate che la polizia vi dica che non possono fare nulla».
«Alzatevi e combattete per ciò che vi appartiene» conclude il legale, sottolineando come il presunto racket sia strettamente legato al problema della sovrappopolazione che sta mettendo a dura prova l’arcipelago.