Il ministro per la giustizia, cultura e governo locale Owen Bonnici ha deciso di cordonare ulteriormente lo spiazzo antistante il tribunale di Valletta, occludendo quasi interamente lo spazio calpestabile: una scelta per alcuni riconducibile a una forma di ostruzionismo verso chi onora la memoria di Daphne Caruana Galizia.
Valletta ieri si è svegliata un po’ più “stretta”: piazza dell’Assedio, che si affaccia tra la fiancata della Co-Catedrale di San Paolo ed il palazzo di giustizia, presenta una nuova, più ampia, recinzione.
I lavori di restauro al monumento dell’assedio “veri o presunti che siano, dato che di lavori non se n’e’ vista l’ombra”, necessitano a quanto pare di maggior protezione da fiori, candele e manifesti posti da chi vuole tenere viva la memoria sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia.
Per qualcuno non si potrebbe spiegare altrimenti la scelta del ministro Bonnici di instaurare una seconda linea di “difesa” talmente ampia da rendere quasi angusto il transito lungo via della Repubblica.
Tutto questo accade a dieci giorni dalla tredicesima commemorazione mensile dell’omicidio della giornalista investigativa maltese, che aumenta di presenze ad ogni ricorrenza.
E così un manifesto che recita “ministro della censura” accompagnato da una foto del ministro Bonnici è stato installato sul nuovo cordone di protezione da parte del gruppo Reżistenza Malta.
In una dichiarazione, Reżistenza ha affermato che «quando un governo usa la legge a proprio piacimento, è dovere dei cittadini far sentire la propria voce affinchè ogni torto non rimanga inpunito. Bonnici sta chiaramente abusando del potere affidatogli dal popolo, insistendo nel sopprimere autentici appelli alla giustizia, tale ossessione e censura lo ha portato alla creazione di un labirinto del Minotauro».
Reżistenza aggiunge nel proprio comunicato che con la “pietosa scusa di restauro”, alla gente è stato negato l’accesso a uno dei più importanti monumenti nazionali.
«Il ministro ha detto che i lavori saranno pronti in tempo per Natale e che una volta completati, gli attivisti non potranno mettere fiori e candele nella zona, come se i diritti fondamentali dei cittadini siano a sua totale ed esclusiva discrezione. Riteniamo che la palizzata sia un provvedimento inaccettabile, violento ed estremo adottato dal governo nel tentativo di ostacolare la libertà di riunione e di espressione, che sarebbe accettabile nella Russia di Putin ma non in uno stato membro dell’Unione europea: il governo ricorre a tattiche fasciste perché la verità è per loro insopportabile», ha detto il gruppo.
Il gruppo Occupy Justice ha anch’esso appuntato una nuova immagine del giornalista assassinata sulla nuova recinzione, insieme a fiori ed una candela. «Bonnici ci ricorda spesso quanto sia contrario alla censura e al numero di riforme da lui introdotte, ma non ha mai pensato due volte prima di cordonare il monumento al Grande Assedio per impedire agli attivisti di chiedere giustizia per la giornalista assassinata Daphne Caruana Galizia».
Nel frattempo il manifesto a memoria di Daphne Caruana Galizia affisso alla nuova palizzata è stato repentinamente rimosso.
Se la cultura è il frutto della conoscenza e dell’istruzione, tale comportamento è decisamente in antitesi col significato stesso del termine cultura, quanto decisamente più in linea col significato di censura.