Il Governo ha ufficializzato la firma del contratto con la compagnia norvegese Nexans AS per la produzione e l’installazione del secondo cavo sottomarino che collegherà l’arcipelago con la Sicilia. L’opera, conosciuta come IC2 (Second Interconnector), prevede un investimento complessivo di circa 300 milioni di euro, cofinanziato dall’Unione Europea.
Il nuovo elettrodotto sarà lungo 99 chilometri e opererà a 245kV, raddoppiando di fatto la capacità di collegamento elettrico tra Malta e la rete europea. Alla firma del contratto hanno partecipato Adrian Dalli, direttore generale del Dipartimento per i Contratti, e Yvan Duperray, vicepresidente marketing e vendite di Nexans.
Durante la cerimonia pubblica, il ministro dell’Energia e dell’Ambiente Miriam Dalli ha sottolineato l’importanza cruciale del progetto, affermando: «Questo elettrodotto rafforza la nostra rete elettrica e ci aiuta a sostenere i cambiamenti già avviati. È un investimento che faciliterà la transizione verso un’economia a zero emissioni e permetterà di importare energia da fonti rinnovabili. Non si tratta solo di efficienza, ma di sicurezza energetica per il Paese».
Dalli ha inoltre evidenziato come la presenza di due elettrodotti, anziché uno solo, garantirà maggiore stabilità in caso di imprevisti tecnici: «Gli incidenti possono capitare. Con questo progetto stiamo garantendo la tranquillità di una fornitura energetica continua e affidabile».
Anche Godwin Agius, presidente del consiglio di amministrazione di Interconnect Malta, ha parlato di un traguardo fondamentale: «Questa firma rappresenta anni di pianificazione e impegno. La partecipazione di grandi attori del settore al processo di gara ha favorito una sana competizione e conferma l’importanza del progetto».
IC2 si inserisce nel più ampio quadro di iniziative volte a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050. Il progetto, afferma il Ministero dell’Energia, permetterà infatti una maggiore integrazione delle energie rinnovabili, comprese quelle offshore, fornendo la riserva necessaria per contrastare l’intermittenza delle rinnovabili. Secondo l’analisi costi-benefici, l’IC2 potrebbe contribuire a ridurre le emissioni di CO₂ di circa 13,5 milioni di tonnellate nel lungo termine.
(photo credits: DOI / Jason Borg)
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