È arrivata solo un’ora dopo il crollo la notifica ufficiale all’Autorità per la Salute e Sicurezza sui luoghi di Lavoro (OHSA) riguardo ai lavori edili in corso presso un edificio di Sliema, dove il 20 aprile 2024 perse la vita Bari Balla, operaio 51enne di origine albanese e padre di sei figli. Nell’incidente rimase ferito anche il genero della vittima, Genti Prodani, 31 anni.
Il dettaglio è emerso durante l’ultima udienza del processo per omicidio colposo a carico dei due appaltatori Kurt Galea (33 anni) e Anthony James Fisher (42 anni), insieme a Luca Miceli Demajo (33 anni), direttore della società proprietaria dell’edificio, la Oratorian Capital Ltd.
Secondo quanto riferito in aula dall’ispettore dell’OHSA Norbert Ciappara, e riportate dai media locali, fu la polizia distrettuale di Sliema ad avvisare per prima l’autorità, poco dopo l’incidente. Quando il funzionario è arrivato sul luogo della tragedia con l’architetto dell’OHSA, la scena era già presidiata dalla Protezione Civile e dagli investigatori. Il sito era però ritenuto troppo pericoloso per un accesso immediato e le strutture pericolanti sono state rimosse solo nei mesi successivi.
La legge locale prevede che il Construction Notification Form venga presentato all’OHSA almeno quattro settimane prima dell’inizio dei lavori. In questo caso, secondo la testimonianza dell’ispettore, il modulo è stato inviato tramite email solo circa un’ora dopo il crollo del tetto dell’edificio in St. Ignatius Street, quando Balla era già morto, e dove erano già in corso le opere di scavo delle fondamenta, di fatto irregolari.
Non solo. L’autorità non ha ricevuto nemmeno alcuna valutazione dei rischi da parte della società, come previsto dalla normativa. A far luce su queste mancanze è stato anche l’avvocato della parte civile che ha interrogato il testimone sull’iter standard per la sicurezza nei cantieri.
Il sopralluogo completo da parte degli esperti è avvenuto solo il 5 luglio, quando il sito è stato ritenuto finalmente sicuro. Durante le settimane successive al crollo, l’area era rimasta sotto sequestro e coperta da un telone per preservare eventuali tracce utili alle indagini. I residenti delle abitazioni adiacenti, invece, sono stati evacuati per rischio di ulteriori cedimenti strutturali.
Il processo tornerà nelle aule di tribunale il prossimo mese, mentre il giudice si pronuncerà in camera di consiglio in merito alle due istanze presentate da Luca Miceli Demajo: una relativa al sequestro del suo telefono cellulare, l’altra riguardante la restituzione del sito sotto indagine.
(photo credits: frame video TVM)
Il Corriere di Malta è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato