Mercoledì si è aperto il processo che vede sette individui e quattro aziende imputati per gravi reati legati alla società offshore 17 Black. Tra gli accusati figurano volti noti della politica locale, ovvero l’ex capo di Gabinetto, Keith Schembri, e Konrad Mizzi, ex ministro dell’Energia e del Turismo, entrambi dell’ex governo Muscat. Anche l’imprenditore Yorgen Fenech, già coinvolto in altre indagini, compare tra gli imputati.
Quest’ultimo era uno dei principali azionisti del consorzio Electrogas, che nel 2015 – quando Mizzi e Schembri stavano al governo – aveva vinto un appalto governativo da 450 milioni di euro per la costruzione e gestione di una centrale elettrica a Delimara.
Ora, tutti questi soggetti, devono rispondere delle accuse di corruzione, riciclaggio di denaro, associazione a delinquere e traffico di influenze, reati connessi al suddetto controverso progetto della centrale elettrica e per i quali si sono dichiarati non colpevoli.
Fulcro delle indagini è la 17 Black di Fenech attorno alla quale, secondo quanto emerso nella inchiesta durata anni, sarebbe orbitata una complessa rete di transazioni milionarie sospette tra varie compagnie e società offshore di pertinenza degli imputati. Per citarne solamente alcune, il trasferimento di tre milioni di euro attraverso la Cifidex (società sempre collegata a Fenech) nel novembre 2015, mentre solo pochi giorni più tardi la stessa 17 Black riceveva un pagamento di 300mila euro da un’altra compagnia ora sotto indagine (OEGP Ltd) e, successivamente, altri 3 milioni di euro.
Tra gli altri accusati figurano inoltre Paul Apap Bologna, azionista di Electrogas, e Mario Pullicino, agente locale per la fornitura della nave cisterna di stoccaggio che rifornisce la centrale elettrica. A loro si aggiungono gli esperti contabili Brian Tonna e Karl Cini, ritenuti responsabili della gestione delle operazioni finanziarie illecite. Tonna faceva pure parte del comitato che ha selezionato, tra tutti, l’offerta presentata dal consorzio Electrogas nella corsa all’appalto multimilionario. Le compagnie finite sotto accusa sono invece la Nexia BT, società di consulenza guidata dai sopracitati Tonna e Cini, insieme a BTI Management Limited, sempre di Tonna, New Energy Supply Limited di Fenech e OEGP Limited di Pullicino.
Le indagini avviate nel 2018 dalla polizia e dalla magistratura, come detto hanno portato alla luce un sofisticato sistema di tangenti e riciclaggio di denaro. Documenti indicano che Mizzi e Schembri erano i beneficiari ultimi delle società offshore Hearnville e Tillgate, pronte a ricevere ingenti pagamenti mensili dalla 17 Black di Fenech, quando il consorzio Electrogas si aggiudicò l’appalto per la centrale elettrica di Delimara nei tempi in cui Mizzi era ministro dell’Energia e del Turismo e Schembri capo di Gabinetto.
Un’email di Nexia BT suggeriva che la società di Fenech avrebbe versato fino a due milioni di euro all’anno nelle casse di quelle panamensi di Mizzi e Schembri, mentre parallelamente riceveva finanziamenti da fonti azere e da aziende collegate al rifornimento di gas della centrale elettrica.
Inoltre, in tribunale l’ispettore di polizia ha rivelato che le chat WhatsApp tra Schembri, Mizzi e Fenech indicavano contatti regolari per discutere delle operazioni finanziarie “segrete”, sebbene non siano state trovate tracce di pagamenti diretti tra le tre società dei tre né tra la 17 Black e funzionari pubblici o parlamentari.
Il magistrato Rachel Montebello ha disposto un ordine di congelamento dei beni per un totale di 12 milioni di euro per ciascuno degli imputati, con l’eccezione di Fenech, Apap Bologna e Pullicino, per i quali gli importi sottoposti a blocco sono rispettivamente di 18 milioni di euro, 390.000 euro e 200.000 euro.
Durante l’udienza, la difesa di Fenech ha tentato di far cadere le accuse sostenendo che vi fosse una sovrapposizione con un altro caso giudiziario, ma la richiesta è stata respinta. Lo stesso vale per gli esperti nominati dal tribunale, coinvolti in altre indagini sulla corruzione, riconfermati dal giudice così come la validità delle prove da loro prodotte.
La vicenda Electrogas rappresenta un duro colpo per il governo, già criticato per non aver gestito tempestivamente sulle rivelazioni dei Panama Papers nel 2016. L’opposizione ha definito il progetto della centrale elettrica un «monumento alla corruzione» e ha denunciato il ritardo della giustizia nell’affrontare il caso.
L’ex leader dell’opposizione Simon Busuttil ha dichiarato su Facebook che se la polizia avesse agito tempestivamente, si sarebbe arrivati a questo punto anni fa. Anche l’europarlamentare David Casa ha criticato il governo, accusando il primo ministro Robert Abela di voler limitare l’accesso alle indagini giudiziarie da parte dei cittadini per proteggere gli esponenti coinvolti.
Nel frattempo, Yorgen Fenech rimane al centro di più processi, incluso quello che lo vede indiziato come principale mandante dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista che prima di tutti aveva rivelato le irregolarità legate all’affaire Electrogas. Era infatti il 2016 quando denunciò pubblicamente i legami di Mizzi e Schembri con strutture offshore a Panama e trust in Nuova Zelanda, prima che venisse fatta saltare in aria con un’autobomba l’anno seguente.
L’indagine sulla 17 Black è stata poi avviata nel 2018, dopo una denuncia presentata dai sopracitati Simon Busuttil, ex leader del Partito Nazionalista, dell’europarlamentare nazionalista David Casa, dalla Ong Repubblika con il supporto dell’avvocato Jason Azzopardi, sulla base di rapporti forniti dalla Financial Intelligence Analysis Unit.
La richiesta di avvio indagine fu sottoposta alla magistratura utilizzando lo strumento che permette ai “comuni” cittadini di segnalare sospetti illeciti, ora oggetto di riforma da parte del governo. Il processo tornerà in aula il 19 febbraio.
(nell’immagine, da sinistra: Yorgen Fenech, Keith Schembri, Konrad Mizzi, Paul Apap Bologna, Mario Pullicino)
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