Nuovi risvolti sul racket dei falsi certificati di invalidità che ha visto centinaia di “finti” invalidi beneficiare per anni di immeritati sussidi attraverso un sistema illecito che vede tra gli accusati l’ex deputato laburista e medico di famiglia Silvio Grixti, Manuel Spagnol, Luke Saliba e Roger Agius, accusati riciclaggio di denaro, frode e associazione a delinquere.
A questi soggetti si aggiunge anche Dustin Caruana, noto come “Bobo”, comparso in aula nella giornata di lunedì dopo essere stato arrestato nel suo bar di Tarxien mentre sarebbe dovuto essere di turno presso il Dipartimento dei lavori pubblici dove è impiegato.
L’individuo, secondo il resoconto dei media locali, sarebbe stato riconosciuto da almeno undici ex beneficiari del racket come intermediario principale del giro d’affari fraudolento fornendo farmaci, falsi certificati medici ed indottrinando inoltre i richiedenti su come rispondere alla commissione incaricata di valutare le richieste di invalidità. Pare che pure la compagna e la sorella di Caruana abbiano tratto beneficio dal raggiro.
Inoltre, sempre in aula, due testimoni avrebbero aggravato la posizione di Luke Saliba, indicato da uno dei due come il “fornitore” delle documentazioni false in cambio del pagamento di 5.000, mentre l’altro sospettato, sebbene inizialmente abbia negato di conoscere l’imputato, è stato visto dagli agenti recarsi nella sua pastizzeria subito dopo l’arresto, senza però acquistare niente.
Saliba ha dichiarato di essere stato convinto dall’autista di Grixti, Roger Agius, a richiedere il sussidio per grave invalidità «perché si avvicinavano le elezioni», sostenendo di non aver mai trattenuto soldi per sé, nonostante le indagini indichino come avesse ricevuto oltre 23.000 euro in sussidi sociali. Come per Caruana, anche in questo caso alcuni membri della famiglia di Saliba sarebbero coinvolti nel racket.
Il caso tornerà in aula a gennaio, quando il tribunale continuerà l’esame delle testimonianze e delle prove relative al processo che ha già portato alla scoperta di 340 “furbetti” che avrebbero frodato lo Stato per circa 6,8 milioni di euro, di cui solo 1,9 milioni sono stati recuperati fino ad ora.
Di fatto, solo 68 “finti invalidi” avrebbero rimborsato l’intero importo ricevuto, mentre 216 pare si siano accordati per restituire le cifre, mentre 61 casi continuano a rimanere in sospeso. Complessivamente, circa la metà, ovvero 150 persone, hanno fatto domanda per ricevere la grazia presidenziale.
(immagine di archivio, credits: Terry Caselli Photography)
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