In poco meno di dodici anni, sono state complessivamente 28.045 le persone che hanno ottenuto la cittadinanza maltese.
Le cifre, sottoelencate, sono state diffuse dal ministro degli Interni Byron Camilleri in risposta a un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato nazionalista Chris Said e fanno riferimento al lasso temporale che va dal 1° gennaio 2013 al 20 novembre 2024.
Dalla tabella, si nota una netta impennata dal 2015 al 2016, quando i “nuovi neo-maltesi” sono più che raddoppiati, passando da 949 a 2.125, mentre i 3.610 del 2018 segnano il record assoluto degli ultimi dodici anni. Quest’anno, dicembre escluso, la cifra ha raggiunto quota 2.795.
La pubblicazione dei conteggi non ha però fugato i dubbi, giacché non chiarisce i Paesi di provenienza dei soggetti e mischia nello stesso calderone coloro che hanno acquisito la cittadinanza maltese per naturalizzazione, matrimonio e discendenza con i neocittadini “paperoni”.
Difatti, tramite il controverso Individual Investor Programme (IIP) di Malta introdotto nel 2014, abbiamo già visto negli anni passati come ricchi cittadini per lo più russi, ma anche cinesi ed arabi, abbiano ottenuto il passaporto maltese sborsando cifre da capogiro.
Lo schema, revisionato poi nel 2020, include diversi requisiti specifici e prevede investimenti per 750.000 euro, acquisto di immobili per almeno 700.000 euro, una donazione di 10.000 euro a una Ong e obbligo di risiedere a Malta per almeno un anno.
Tramite i dati disponibili in archivio sappiamo che, nel 2016, dei 2.182 nominativi pubblicati dal governo l’anno successivo (Camilleri ne ha dichiarati ora 2.125, n.d.r.), più della metà, ovvero 1.101, avevano acquisito la cittadinanza tramite investimento.
Sempre da quell’anno e fino al 2019, c’è stata la “corsa” al passaporto maltese da parte dei britannici che, dopo il referendum sulla Brexit, non volevano perdere lo status di cittadini europei. Il 2020 è stato invece caratterizzato dal boom di richieste dalla Russia, come illustrato in un rapporto condotto da Eurostat.
Sebbene questo schema abbia permesso a Malta di iniettare nell’economia locale vagonate di soldi, c’è però da considerare quella fetta di popolazione – connazionali compresi – che dell’arcipelago ha fatto la sua “terra d’adozione”, e che ancora oggi si vede inspiegabilmente rifiutare la richiesta di ottenere la cittadinanza maltese sebbene abbia tutti i requisiti in regola per beneficiarne.
(immagine di archivio, credits: Terry Caselli Photography)
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