È tornato in aula il caso che ruota attorno alla violenta aggressione subita lo scorso 23 novembre da una quindicenne di Mqabba che da diverso tempo sarebbe stata bullizzata, minacciata e intimidita da una tredicenne, sua compagna di scuola.
Quest’ultima avrebbe agito supportata dal branco del quale avrebbe fatto parte anche il suo fidanzato ora imputato, Jake Dalli Balzan, 21 anni, con l’obiettivo di estorcere denaro.
La giovane sarebbe stata presa di mira dalla “bulla” a inizio anno scolastico, come confermato da suo padre che in aula ha raccontato di aver notato un cambiamento drastico nella figlia. La vittima avrebbe iniziato a manifestare attacchi di panico, ansia, mentre, in parallelo, a casa continuavano a sparire soldi dai portafogli.
L’ammanco complessivo di circa 800 euro ha spinto l’uomo a installare una telecamera nascosta, che ha ripreso la figlia mentre prelevava denaro dal suo borsello. La vicenda è stata immediatamente portata all’attenzione del preside dell’istituto scolastico dove la giovane, messa alle strette, ha svuotato il sacco raccontando di temere per la propria vita perché tenuta sotto scacco da una 13enne e dal suo fidanzato che le chiedevano continuamente soldi, spesso sotto la minaccia di un coltello.
Intimidazioni che sarebbero proseguite pure il giorno successivo, quando sul cellulare della ragazzina sarebbe arrivato un messaggio intimidatorio da un falso profilo social, facendo scattare la denuncia e l’avvertimento, da parte del padre verso la figlia, di non uscire di casa finché non sarebbe intervenuta la polizia.
Il giorno dell’aggressione, la giovane si sarebbe comunque recata in un vicolo vicino casa per informare i suoi aguzzini che non avrebbe potuto consegnare loro i 400 euro richiesti. Lì un individuo a volto coperto le avrebbe puntato una pistola alla testa e un branco di cinque persone l’avrebbero brutalmente aggredita e accoltellata.
Il padre della vittima ha testimoniato di essersi immediatamente precipitato sul posto dopo essere stato allertato da una donna, trovandosi di fronte a sua figlia riversa a terra dolorante e coperta dalla testa ai piedi da un lenzuolo bianco: lo scenario peggiore per un genitore, tuttavia in quel caso giustificato dalla necessità di proteggerla dal freddo.
Anche l’uomo ha dichiarato che, in ospedale, la figlia ha riconosciuto nella “bulla” tredicenne e nel fidanzato Jake Dalli Balzan due dei suoi aggressori, identificando quest’ultimo da un tatuaggio sulla mano. Tuttavia, la difesa ha controbattuto riferendo che l’imputato non ha tatuaggi di quel tipo.
Dopo l’episodio, le minacce non si sarebbero fermate. La quindicenne avrebbe ricevuto altri messaggi intimidatori da falsi profili social, aumentando ulteriormente il clima di paura. Al ritorno a scuola, lunedì scorso, un’amica della presunta “bulla” avrebbe cercato di aggredirla fisicamente.
L’episodio è stato segnalato alle autorità scolastiche, ma la reazione pare essersi limitata a un solo giorno di sospensione per la ragazzina.
In aula ha testimoniato anche un’amica della vittima. Malgrado tra le due fossero legate da diverso tempo, la quindicenne non le avrebbe confidato pressochè nulla delle minacce e del bullismo subito, se non in un’occasione, ovvero quando sarebbe stata costretta a consegnare 40 euro alla “bulla” che l’aveva minacciata con un coltello nei bagni della scuola.
Inoltre, il giorno dell’aggressione, l’amica ha dichiarato di aver avuto un brutto presentimento quando ha sentito passare l’ambulanza a sirene spiegate e di essere corsa a cercare la vittima. Giunta sul luogo, ha detto di aver trovato la ragazza ferita e in stato di shock; la stessa, prima di essere trasportata in ospedale, le avrebbe detto di stare attenta e di non uscire di casa.
Jake Dalli Balzan, il fidanzato della 13enne “bulla”, è attualmente sotto processo con accuse che includono concorso in aggressione, estorsione, lesioni personali lievi e detenzione di un’arma da taglio. Il tribunale ha respinto la richiesta di libertà su cauzione avanzata dalla difesa.
(immagine di archivio)
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