Continua la maretta tra il sindacato degli insegnanti (MUT) e il governo, con accuse reciproche e trattative in stallo ormai da quasi due anni in relazione al nuovo contratto collettivo.
Il segretario permanente presso l’Ufficio del Primo Ministro, Joyce Cassar, ha “svuotato il sacco” e risposto rendendo pubbliche le richieste «insostenibili» avanzate dal sindacato.
Tra i punti di attrito, si cita la proposta del MUT di introdurre un compenso di 400 euro per la correzione degli esami di riparazione.
«Il governo non può approvare il principio di remunerare i docenti in base al superamento o meno degli esami da parte degli studenti. Di conseguenza, non può accettare la proposta di pagare 400 euro per la preparazione delle prove d’esame degli studenti che non passano» ha affermato Cassar, aggiungendo che, tuttavia, questa non è l’unica «richiesta insostenibile» sollevata durante le trattative.
Sono state infatti respinte altre volontà, tra cui quella di assegnare dieci giorni aggiuntivi di ferie per gli insegnanti dell’MCAST, ritenuta «oltre i limiti legali», e la proposta di lavorare due giorni alla settimana da casa, nel caso accumulabili e utilizzabili in altri periodi dell’anno. Per Cassar, è «inaccettabile accettare uno scenario del genere per dipendenti il cui ruolo comporta un’interazione diretta con gli studenti».
Il governo si è detto però disponibile ad intraprendere ulteriori trattative, a condizione che vengano ritirate le direttive in vigore «che continuano ad avere un impatto negativo sugli studenti, sulle loro famiglie e sull’industria che non può assumerli».
Di tutta replica, MUT ha fermamente respinto ogni affermazione rilasciata da Cassar, aggiungendo – tra le varie osservazioni – di non aver mai chiesto una retribuzione per gli studenti bocciati. Inoltre, ha tacciato il governo accusandolo di «scegliere la via dello scontro per cercare di mascherare i suoi fallimenti sistematici».
Seppur dichiarando che «MUT e i suoi membri non si lasceranno intimidire da queste tattiche», il sindacato si è detto disponibile a intraprendere altri negoziati con il governo.
Nel frattempo, studenti e personale rimangono bloccati in una situazione di stallo che mette in discussione l’equilibrio tra i diritti dei docenti e la garanzia degli standard educativi. Il futuro dell’MCAST resta quindi ancora incerto.
(photo credits: MUT)
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