Il Ministero della Salute e l’Ospedale Mater Dei sono stati condannati a pagare un risarcimento di 119.605 euro a una donna che ha subito mesi di sofferenze fisiche e psicologiche a causa di un grave errore durante un’operazione alla cistifellea.
L’intervento, eseguito a novembre 2014, non ha avuto il decorso sperato: la ferita non guariva e la paziente mostrava segni di infezione. Solo a febbraio 2015, dopo numerose visite mediche, un’infermiera ha scoperto e rimosso una garza chirurgica di 25 centimetri lasciata per errore nella ferita, rivelando così l’errore avvenuto durante l’operazione.
Nonostante l’asportazione del materiale, la donna ha continuato a lamentare spossatezza e ha sviluppato un trauma psicologico che ha limitato le sue attività quotidiane, costringendola anche a ricorrere a farmaci per curare l’insonnia. Una situazione peggiorata nel 2016, quando la paziente ha dovuto affrontare un secondo intervento per un’ernia incisionale correlata alla prima operazione.
Il tribunale, dopo aver esaminato il caso, ha riscontrato una grave carenza di formazione del personale infermieristico, evidenziando come le procedure di sicurezza non fossero state rispettate. Il chirurgo, tuttavia, è stato esonerato da ogni responsabilità, in quanto la corte ha ritenuto l’incidente dovuto a una cattiva gestione della sala operatoria.
Il risarcimento del valore di 119.605 euro è stato calcolato tenendo conto della disabilità permanente del 40% e del 10% di invalidità psicologica che la donna, all’epoca 47enne, ha sofferto a seguito dell’errore medico.