Continua il processo a Christian Borg, imprenditore 31enne proprietario di No Deposit Cars, tornato in tribunale con l’accusa di aver frodato il fisco per milioni di euro. Le sue aziende continuano a essere al centro di una vasta inchiesta su frodi fiscali e riciclaggio di denaro, con accuse che includono rimborsi IVA fraudolenti ed evasione fiscale multimilionaria.
Dal 2015, il totale dei redditi non dichiarati da Borg ammonterebbe a 4,7 milioni di euro, come rivelato dalle indagini. Solo in quell’anno, Borg avrebbe dichiarato 600.000 euro, ma il suo reddito effettivo sarebbe stato superiore a 1 milione di euro.
Le fatture sospette emesse da Anthony Balzan, un meccanico incaricato di riparare le auto della flotta aziendale di Borg, sono un elemento chiave dell’indagine. Balzan avrebbe ricevuto circa 636.000 euro, nonostante parte di quel periodo lo avesse trascorso in carcere, e quindi impossibilitato a lavorare. Queste fatture, emesse durante la sua detenzione, sono risultate prive di dettagli specifici, come le targhe dei veicoli, e spesso presentavano descrizioni generiche e ripetitive dei lavori, alimentando ulteriormente i sospetti degli investigatori.
L’indagine coinvolge la fidanzata 24enne Monique Mizzi e diverse aziende legate a Borg, tra cui Princess Construction Ltd, Princess Holdings Ltd, Zing Rental Ltd, No Deposit Cars Ltd, Lion Funding Ltd e Stronghold Construction Ltd. Quest’ultima avrebbe emesso ricevute prima di essere registrata ufficialmente con un numero di partita IVA, attirando l’attenzione degli investigatori. Non solo: la società inoltre risultava avere pochissimi dipendenti, nonostante le dichiarazioni di spese per oltre 1 milione di euro.
Ancora, le autorità hanno scoperto che Borg aveva interessi commerciali e conti bancari all’estero, con legami finanziari nel Regno Unito, Germania e Cipro. Oltre a ciò, possedeva anche fondi in criptovalute nelle Isole Vergini Britanniche e a Cipro. Questi dettagli sono emersi dopo che la polizia ha ottenuto informazioni fiscali dai Paesi coinvolti, portando a una serie di perquisizioni tra cui lo showroom di No Deposit Cars a Qormi, l’ufficio principale all’aeroporto, e alcune proprietà di Borg a Swieqi, Tarxien e Birkirkara.
Tra i beni di lusso di Borg è stato individuato uno yacht del valore di 710.000 euro acquistato nel Regno Unito, dove inoltre risultano registrate altre tre società a suo nome.
Un altro punto centrale dell’inchiesta riguarda le richieste di rimborsi IVA da parte di Borg e delle sue aziende per lavori edili e di scavo presso diversi cantieri. In particolare, il 31enne avrebbe richiesto 80.000 euro per delle porte di un garage nell’ambito di una domanda di pianificazione per un autolavaggio sotterraneo a Luqa, nonostante il sito non disponesse di alcun box auto. L’indagine ha poi fatto emergere che l’autolavaggio non era altro che un cortile con un piccolo ufficio e una tenda per lavare i mezzi, senza traccia delle opere di costruzione riportate nelle fatture.
Con il progredire dell’indagine, il Dipartimento IVA ha scoperto ulteriori anomalie, comprese fatture firmate da architetti che poi hanno smentito di aver emesso la maggior parte di quelle dichiarate, peggiorando ulteriormente la posizione di Borg e dei suoi soci.