Il terribile omicidio di Nicolette Ghirxi sembra aver infuso coraggio nelle vittime di molestie e violenza domestica. La 48enne è stata accoltellata a morte nel suo appartamento di Birkirkara nella notte tra domenica 11 e lunedì 12 agosto da Edward Johnston, l’ex fidanzato che prima di essere freddato a colpi d’arma da fuoco dalla polizia ha confessato di aver ucciso la donna.
La vittima si era rivolta alla polizia ad aprile e maggio per denunciare le molestie subite da quello che si è poi rivelato essere il suo carnefice; l’ultimo contatto con le autorità risale a quattro giorni prima di trovare la morte, quando le aveva informate circa il possibile rientro a Malta di Johnston.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Times of Malta, il commissario di polizia Angelo Gafà ha affermato che, da quel maledetto lunedì 12 agosto, le forze dell’ordine hanno registrato un picco di segnalazioni da vittime di molestie che si sono fatte avanti per denunciare ciò che stanno subendo.
«Ce lo aspettavamo. Casi del genere motivano le persone ad agire» ha dichiarato Gafà, aggiungendo che sebbene vi sia maggior consapevolezza, è impossibile arrestare l’insorgere di questo genere di reati nonostante si stia facendo «tutto il possibile» per prevenirli.
I dati in possesso della polizia rendono infatti l’idea dell’incremento delle segnalazioni pervenute al Centro violenza domestica: 1.264 in tutto da gennaio a luglio di quest’anno. Nei dodici mesi del 2023 la cifra si attestava a 1.979 e nel 2022 a 1.753.
Un trend al rialzo che Gafà ha attribuito al cambiamento nel modo in cui i cittadini affrontano queste gravi situazioni, sicuramente con maggiore sensibilità e meno voglia di “tacere”, ma anche al miglioramento delle competenze e dei servizi offerti dalla polizia.
Ghirxi, come accennato in precedenza, aveva sporto denuncia per le molestie subite dall’ex fidanzato dopo la fine della relazione, tuttavia si era rifiutata di sottoporre il caso ai servizi sociali dell’agenzia Appogg per l’analisi del rischio, ritenendo che la sua vita non fosse in pericolo al momento dei fatti, anche perché in quel periodo l’individuo non si sarebbe trovato a Malta. La donna era però tornata a contattare la polizia lo scorso giovedì, dopo i sospetti circa il rientro di Johnston sul territorio, come purtroppo accaduto.
Un sovrintendente del Centro violenza domestica ha spiegato al giornale in lingua inglese che, seppur accada di rado visto che è obbligatoria, le vittime hanno la falcoltà di rifiutarsi di effettuare la valutazione del rischio per valutare la gravità del caso. Tuttavia, ciò non implica che il caso venga automaticamente considerato a basso rischio poiché, conferma nuovamente Gafà, i poliziotti continuano a svolgere comunque le indagini per comprendere appieno ogni singola situazione.
Come emerso subito dopo l’omicidio, Johnston sembra avere avuto un passato macchiato da scontri con le forze dell’ordine del Regno Unito in almeno due casi durante i quali avrebbe esibito delle armi risultate poi delle repliche, come accaduto a Malta. Nell’aprile di quest’anno aveva iniziato a molestare l’ex fidanzata utilizzando una serie di finti profili sui social media attraverso i quali avrebbe preso di mira la donna indirizzandole accuse pesanti riguardanti la sfera privata e professionale.
Inoltre, di recente, Joseph Borda, avvocato della vittima, ha condiviso pubblicamente lo scambio di email intercorso tra Johnston e le forze dell’ordine che, a seguito delle denunce presentate da Ghirxi, lo avevano convocato a Malta per un colloquio. Nelle conversazioni si palesa un evidente tentativo dell’uomo di voler eludere ogni ordine impartitogli dalle autorità.
Borda evidenziò che la legge stabilisce che chiunque non ottemperi agli ordini imposti dalla polizia è punibile con la detenzione e passibile di arresto anche tramite mandato internazionale, pertanto se la polizia avesse applicato i regolamenti avrebbe potuto salvare la vita di Ghirxi.