Il governo ha confermato che non saranno prese in esame le nuove richieste di permesso di lavoro per conducenti di taxi e fattorini di cibo da parte di cittadini di Paesi terzi.
In una nota ufficiale, il Ministero dell’Interno ha chiarito che il provvedimento è stato adottato a seguito di valutazioni da parte di JobsPlus sul cosiddetto permesso unico. Questo processo include valutazioni sul mercato del lavoro per assicurare che le posizioni siano in linea con le esigenze occupazionali attuali, verificando la disponibilità di lavoratori locali e la legittimità dei datori di lavoro.
L’analisi di JobsPlus ha determinato la definitiva saturazione del mercato per queste due categorie, raccomandando quindi il rifiuto delle nuove richieste sia per chi si trova ancora all’estero sia per chi già opera sul territorio ma desidera cambiare datore di lavoro. Una sterzata radicale che colpisce centinaia di cittadini stranieri “aspiranti” operatori nelle categorie delle “targhe Y” e food delivery, negli ultimi mesi spesso in protesta contro le complicate condizioni lavorative e stipendi inadeguati.
La nota ministeriale rassicura che le richieste di rinnovo per coloro già impiegati in questi settori continueranno a essere elaborate senza interruzioni e senza prevedere la sostituzione dei dipendenti attuali, al fine di garantire la stabilità dell’occupazione della medesima forza lavoro.
Inoltre, si legge sempre dalla nota, il Ministero e Jobsplus si impegnano a «garantire che i cittadini extracomunitari che lavorano a Malta siano protetti dagli abusi da parte dei loro datori di lavoro». Una promessa che fa eco alle recenti dichiarazioni di Byron Camilleri, il quale, in Parlamento, aveva affermato che i datori di lavoro sotto inchiesta per sfruttamento non potranno reclutare ulteriori lavoratori stranieri fino alla conclusione delle indagini.
Coloro che necessitassero di assistenza, sono stati invitati a contattare Jobsplus che «rimane impegnata a mantenere un mercato del lavoro giusto ed equilibrato che protegga i diritti di tutti i lavoratori, rispondendo nel contempo alle esigenze economiche del Paese».