Un imprenditore nel settore della ristorazione è stato condannato a due anni di reclusione dopo essersi dichiarato colpevole dei reati di tratta di esseri umani, sfruttamento, falso in atto pubblico e violazione delle leggi sull’immigrazione.
L’uomo, le cui generalità non sono state rese note per proteggere le indagini attualmente in corso, è finito nel mirino delle forze dell’ordine nell’inchiesta avviata nelle scorse settimane dopo che Jobsplus e l’agenzia Identità hanno riscontrato delle anomalie riguardanti l’assunzione di lavoratori stranieri in un numero di gran lunga superiore alle esigenze dei tre ristoranti gestiti dalla società dell’imputato, uno dei quali prossimo alla chiusura, un altro operativo solo per l’asporto e un altro ancora non avviato.
Secondo la ricostruzione dei fatti fornita in tribunale e riportata da alcuni media locali, l’uomo aveva richiesto i permessi per portare a Malta manodopera proveniente da Paesi terzi, principalmente dall’India, sostenendo che avrebbe lavorato nei suoi ristoranti cosa che, di fatto, per molti di loro non è mai avvenuta.
Durante gli interrogatori, alcuni attualmente in corso, le vittime della tratta hanno confermato di aver accettato di trasferirsi a Malta attirate dalla falsa speranza di trovare un posto di lavoro nella ristorazione, rispondendo agli annunci presenti online nei loro Paesi che pubblicizzavano assunzioni di camerieri e addetti alle pulizie.
In tribunale, l’imputato ha deciso di dichiararsi colpevole di tutti i capi d’accusa a suo carico ed è stato condannato a scontare due anni di carcere sotto sorveglianza medica, a causa dei problemi di salute di cui soffrirebbe. La durata della pena è stata stabilita considerando la fedina penale intatta dell’uomo, il fatto che abbia ammesso le proprie responsabilità e la collaborazione svolta con le autorità che hanno fatto luce sul caso.