Enemalta ha annunciato che la centrale elettrica temporanea “d’emergenza” da 60 megawatt, progettata per prevenire le interruzioni di corrente durante l’estate, sarà operativa solo a metà agosto, un mese dopo il termine previsto di luglio. Questo ritardo ha sollevato preoccupazioni tra i cittadini, già “scottati” dai frequenti blackout estivi di quest’anno e, soprattutto, dell’anno scorso, che hanno messo in ginocchio il Paese, aziende e strutture ospedaliere comprese.
Ryan Fava, presidente esecutivo di Enemalta, in un’intervista rilasciata a Times of Malta ha spiegato che l’impianto, del valore di 37 milioni di euro e alimentato a diesel, è attualmente in transito e dovrebbe sbarcare a Malta entro fine mese, poi saranno necessari ulteriori due o tre settimane per completare l’installazione e renderlo operativo.
Rispondendo alla richiesta presentata dall’Environment and Resources Authority circa la valutazione dell’impatto ambientale dell’impianto, Fava ha definito la centrale «necessaria per evitare la ripetizione della crisi vissuta nel 2023», prevedendo inoltre un’impennata della domanda di energia durante quest’estate. Ha inoltre spiegato come il ritardo sia attribuibile all’elevata domanda di generatori in tutto il Mediterraneo e all’impiego di molti di questi per sostenere l’Ucraina. Infatti, precisa, «siamo stati fortunati a trovarne anche solo uno».
Per far fronte al disagio, il fornitore di energia elettrica del Paese ha messo in atto un “Piano B” che prevede l’uso di grandi generatori trasportati alle sottostazioni più altri portatili per alimentare le abitazioni. Sono stati anche installati 82 chilometri di nuovi cavi nelle aree più colpite dalle interruzioni dell’anno scorso come Mosta e Naxxar, e sono previsti nuovi collegamenti tra le sottostazioni per migliorare l’affidabilità dell’infrastruttura.
L’impianto temporaneo si unirà alla rete elettrica esistente fino a quando il secondo interconnettore tra Malta e Sicilia non sarà completato, previsto per la fine del 2026 o inizio 2027. A lungo termine, il governo sta considerando anche opzioni per l’energia eolica offshore e solare galleggiante. «Non posso garantire che non ci saranno problemi in altre aree», le parole di Fava che ha inoltre sottolineato il miglioramento della rete elettrica dell’arcipelago e confermato come, in caso di ulteriori emergenze, Enemalta abbia predisposto dei generatori portatili.
Infine, ha riconosciuto che l’investimento nella rete elettrica ha incontrato difficoltà che ha imputato alla scarsità di appaltatori qualificati, ma ha ribadito l’impegno per evitare il ripetersi della crisi energetica dello scorso anno. «Puoi pianificare determinate cose ma poi devi trovare le risorse per fare quel tipo di lavoro e non è stato facile trovare gli appaltatori adeguati», la ricostruzione in chiusura di Fava che ha preso in mano il timone di Enemalta lo scorso ottobre a seguito delle dimissioni di Jonathan Cardona. Una versione che, tuttavia, non coincide con quella emersa nell’audit svolto dal National Audit Office, dal quale è emerso che ad incidere sulle diffuse interruzioni di corrente della scorsa estate non sono state solo le alte temperature ma anche una carenza nella pianificazione e negli investimenti di capitale scesi da da 14,5 milioni di euro circa nel 2014 a 5,7 milioni di euro nel 2023.