Sarebbero iniziate nel marzo di quest’anno e protratte fino ai giorni più recenti truffe su una catena di “affitti fantasma” ai danni di vittime ignare di consegnare cospicui depositi in denaro in mani sbagliate, vittime che con la loro lunga lista di segnalazioni hanno tracciato i contorni di un quadro chiaro che ha portato all’arresto di Alexia Cross Micallef, 45 anni, ufficialmente nullatenente e disoccupata, che – stando a quanto dichiarato dai malcapitati – offriva proprietà in affitto salvo poi “sparire” una volta incassato il deposito.
Gi immobili in questione si rivelavano, di fatto, già regolarmente abitati da terzi, non in affitto e né di proprietà di Cross Micallef.
Le molteplici denunce avevano condotto in un primo momento ad un “nulla di fatto”, se non iscrivere nella lista dei ricercati l’accusata di frode, risultata irreperibile presso l’indirizzo di residenza dichiarato, tuttavia pare che proprio la presunta truffatrice si sia presentata domenica scorsa in questura per avere informazioni sull’ultima denuncia ricevuta, ed è stato allora che è scattato non soltanto un campanello d’allarme per i poliziotti di Rabat che hanno evidentemente intuito e poi avuto conferma di chi avessero di fronte attraverso i database, ma a scattare è stato anche l’arresto sul posto per lei che, di rimando, si è dichiarata non colpevole.
L’accusa ha fatto sapere che la somma totale presumibilmente riscossa con l’inganno è stata di 24.000 euro, 6.000 dei quali rimborsati dall’imputata, che agiva restituendo le cifre in custodia ogni volta che veniva a sapere che la presunta vittima si era rivolta alla polizia.
La magistratura ha respinto l’istanza della difesa della 45enne che ne chiedeva l’interdizione delle generalità a tutela della figlia dichiarandola giuridicamente infondata, ed ha rinviato l’imputata alla custodia cautelare. Pare che l’imputata fosse già stata condannata qualche anno fa per reati analoghi.