Sarà rimpatriato in Sicilia Gianluca Caruso, il 32enne italiano accusato di essere affiliato alla criminalità organizzata e di spaccio di droga, oltre che di agevolazione mafiosa in favore del clan Cappello-Bonaccorsi. Il tribunale ha preso questa decisione su esplicita richiesta delle autorità italiane, che hanno chiesto di far scontare all’imputato la propria pena detentiva nel Paese d’origine.
Una decisione alla quale i legali di Caruso si erano opposti, tentando di far leva sulla presunta incapacità della giustizia della Penisola di fargli scontare la detenzione nel pieno rispetto dei diritti umani. Le richieste sono però cadute nel vuoto. Venerdì il magistrato ha infatti confermato l’assenza di valide motivazioni per l’annullamento dell’ordine di estradizione dell’uomo, sul quale pendeva un mandato d’arresto europeo. In sostanza, secondo la Corte una possibile violazione dei diritti umani in Italia non sarebbe di competenza della giustizia dell’arcipelago. Dopo la sentenza, Caruso è tornato dietro le sbarre, in attesa del rimpatrio.
Arrestato a maggio di quest’anno sul posto di lavoro, il 32enne era residente a Malta da sette anni. Secondo i media italiani, pare che Caruso si fosse già costituito alla giustizia cinque anni fa all’aeroporto di Catania e, circa un anno dopo fu condannato a sette anni e due mesi di reclusione. L’uomo avrebbe poi approfittato della libertà su cauzione per rifugiarsi nuovamente a Malta, dove sarebbe rimasto fino ad ora assieme alla compagna attualmente incinta. Ora dovrà scontare il resto della pena rimasto: sei anni e nove mesi.
Buon giorno,
Sono molto delusa per quanto avvenuto sull’isola, motivo per cui chiedo maggiori controlli per le persone che arrivano a Malta e/o a Gozo per vari motivi, fosse anche per pochi giorni.
Il Caruso ha fregato le autorità italiane e quelle maltesi per molti anni.
In realtà speravo in uno Stato severo con i furbi e gli sciocchi come ai tempi di Dominiku Mintoff, invece…….
Gradirei che all’arrivo sulle isole, tutte le persone straniere, siano esse con regolare o senza permesso di soggiorno e/o regolare contratto di lavoro o senza di esso fossero obbligate a presentarsi a una qualsiasi stazione di Polizia, come io stessa fui costretta a fare a Salisburgo nel 1994/1995.
Inoltre, gradirei più controlli della polizia sia di giorno che di notte.
Se si agisce in questa maniera ogni abitante delle isole è più tranquillo, gli stranieri saranno in minoranza, come pure i delinquenti e le isole smetteranno di essere il luogo sicuro del “dove tutto è concesso”, “tanto qui nulla si sa sugli stranieri” (italiani e non).
Chiedo scusa per i modi diretti da me usati ma non vedo altra alternativa.
Distinti saluti.
Cara mis. Floreani sicuramente Lei come me non conosce il caso . Caruso e venuto a Malta per dare una possibilità,in meglio,alla sua vita cosa impossibile in una piazza….come Catania.Una persona che ha avuto un problema giudiziario ha ormai un timbro pertanto sfido chiunque a trovare un lavoro con un’ problema simile , Malta sì comporta come l’Italia, allora sì deduce che Caruso a Malta ha avuto un comportamento esemplare ma adesso è arrivato il Bill ed è giusto estinguere la pena che a mio parere poteva farlo a Malta, continuando il suo lavoro con la famiglia vicino con le Restrizioni…del caso ma’ le autorità italiane Hanno deciso , seguendo i loro codici. Ricordiamo che il reato è legato allo spaccio di sostanze stupefacenti e che l associazioni mafiosa è dovuta a quello infatti sì presume la vicinanza e non l’appartenenza al Clan. Ricordiamo pure che Caruso e la moglie aspettano un bambino. Auguri papà gianluca.un abbraccio e fatti forza tutto passa tè lo assicuro…