Una dichiarazione che si è abbattuta come una calamità naturale quella dell’avvocato Jason Azzopardi che, nella mattinata odierna, ha confermato la conclusione dell’inchiesta su 17 Black, Electrogas e sulle società offshore “segrete” di proprietà di Yorgen Fenech, sospettato dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, dell’ex ministro Konrad Mizzi e dell’ex capo di Gabinetto Keith Schembri.
«Vi avevo detto che sarebbe arrivato il terremoto»: è il preludio di Azzopardi, accompagnato dall’immagine cupa di un uragano che ben si presta nel descrivere le nubi di un’epopea giudiziaria partita dalle richieste dell’eurodeputato PN David Casa, dell’ONG Repubblika, dell’ex leader del PN Simon Busuttil e delle indagini della compianta Caruana Galizia.
Un caso che pare intrecciare tre distinte inchieste magistrali che comprendono anche l’attuale frode legata alla privatizzazione di tre ospedali pubblici e che, secondo Azzopardi, porterà i principali esponenti del governo laburista e gli imprenditori coinvolti ad essere «condannati di corruzione e riciclaggio di denaro».
«Daphne aveva ragione», la conclusione del post dell’avvocato che riprende uno slogan divenuto ormai popolare dopo la citazione in giudizio di diverse personalità come Schembri e Mizzi coinvolte nel caso Vitals e già comparse nelle indagini della giornalista uccisa da un’autobomba nel 2017.
La notizia di un altro imminente “cataclisma” è stata rilanciata via social anche dall’eurodeputato Casa, che confermando la chiusura dell’inchiesta e ricordando il suo ruolo nel fornire alla magistratura documentazioni relative alla 17 Black che sarebbero potute costargli la prigione, ha avvertito: «e ora attenzione allo tsunami».