Oggi è il 2 giugno e l’Italia celebra la Festa della Repubblica. Per l’occasione, questa mattina un elicottero dell’Areonautica Militare Italiana ha sorvolato il cielo sopra il Grand Harbour di Valletta a fianco di un altro velivolo delle Forze Armate maltesi, entrambi sventolando le bandiere dei due Paesi, sotto gli occhi dei numerosissimi cittadini italiani che si sono radunati per celebrare la ricorrenza.
«Vorrei trasmettere i miei migliori Auguri per la Festa della Repubblica 2024 ai tanti connazionali, residenti e turisti, che saranno a Malta in questi giorni di festa», è il messaggio diffuso ieri dall’Ambasciatore d’Italia a Malta, S.E. Fabrizio Romano, in occasione dell’intervista esclusiva rilasciata al Corriere di Malta per approfondire lo stato delle intense relazioni bilaterali Malta-Italia e raccontare più nel dettaglio l’esperienza maturata finora sul territorio.
Agli auguri dell’Ambasciatore Romano fanno eco quelli espressi a mezzo social dal Ministro degli Esteri maltese, Ian Borg, attraverso il posto pubblicato questa mattina su X:
Buona #FestadellaRepubblica a tutto il popolo Italiano #2giugno @ItalyinMalta @MaltainItaly
— Ian Borg (@MinisterIanBorg) June 2, 2024
In occasione delle celebrazioni della Festa della Repubblica italiana, riportiamo l’intervento del Presidente Sergio Mattarella al concerto che ha avuto luogo ieri sera in onore del corpo diplomatico accreditato presso lo Stato Italiano, e diffuso dal Quirinale:
«L’amicizia dei vostri Paesi ci ha accompagnato in questi decenni e la vostra presenza esprime la saldezza dei legami che ci uniscono. (..) Il 2 giugno del 1946 l’Italia sceglieva la Repubblica. Quel voto – all’avvio della vita democratica – rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità. In quegli anni di speranze diffuse, le aspirazioni al benessere e al miglioramento della condizione personale, procedevano insieme alle conquiste democratiche e sociali.
La congiuntura internazionale propone nuovamente tempi straordinari. Come allora avvertiamo – oggi a livello mondiale – l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia e diffusione del benessere, maturazione civile, crescita economica e dei diritti: questa ci appare, nella comunità internazionale, la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte.
Rifiutando con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione, prosperità economica in cambio di sudditanza. Guardiamo con amarezza e con preoccupazione al moltiplicarsi delle situazioni di conflitto e di violenza nel nostro vicinato, dall’Ucraina, al Medio Oriente, fino al Sahel.
In Medio Oriente, dove, a seguito della brutale ed efferata aggressione terroristica ad opera di Hamas, con l’assassinio di tante persone innocenti, la spirale di reazioni di spaventosa violenza che ne è scaturita crea immani sofferenze e un numero sconvolgente di vittime tra la popolazione civile palestinese, devastazioni nei territori coinvolti, disseminazione di odio per il prossimo futuro, insicurezza per tutti in quella fondamentale regione.
Occorre avviare subito un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile, con il pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, necessariamente in tempi ravvicinati affinché sia realmente possibile. Nell’immediato, ribadiamo l’imperativo di dare piena attuazione a quanto richiesto dal Consiglio di Sicurezza per il cessate il fuoco, l’accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza e la liberazione immediata degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre.
Con l’invasione dell’Ucraina – un Paese indipendente e sovrano – la Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa e scavato nuovamente un solco tra i Paesi del continente che sognavamo in pace e collaborazione, liberi e democratici da Lisbona a Vladivostok. La Federazione russa ha demolito l’architettura di sicurezza che ha garantito pace e stabilità al continente europeo per lunghi decenni, sin dagli Accordi di Helsinki della metà degli anni settanta; e ha lanciato una nuova, angosciosa, corsa agli armamenti.
Si tratta di un comportamento tanto più grave in quanto posto in essere da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza. Avvertiamo tutti che da tante parti nel mondo proviene un grido di sofferenza, di richiesta di serenità di vita, di progresso, di giustizia, di pace.
L’Italia, Paese fondatore dell’Unione Europea, convinta partecipe del rapporto transatlantico, dell’amicizia e dell’alleanza in cui questo si esprime, continuerà a impegnarsi – anche nella qualità di Presidente di turno del Gruppo dei 7 – per la tutela – sempre, ovunque, per tutti – dei diritti fondamentali della persona, per la pace e il dialogo tra i popoli e gli Stati, per la giustizia e la solidarietà internazionale, per la lotta alla fame, alle malattie, al sottosviluppo, per la difesa dell’ambiente. È con pieno affidamento al valore di queste direttrici, sulla base dei principi della nostra Costituzione, che celebriamo il 2 di giugno, guardando al futuro con fiducia e speranza».
(foto e video su gentile concessione dell’Ambasciata d’Italia a Malta)
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