L’avvocato generale della Corte di Giustizia europea, Tamara Ćapeta, ha raccomandando all’autorità di dichiarare che la controversa deroga di Malta sulla cattura di sette specie di fringuelli a fini di richiamo infrange la Direttiva Uccelli dell’UE.
Secondo Ćapeta, adottando questo espediente giustificato da “scopi scientifici”, l’arcipelago ha infranto i suoi obblighi ai sensi del diritto dell’UE e, inoltre, dovrebbe essere condannato anche a sostenere i propri costi e quelli della Commissione Europea.
«L’opinione dell’avvocato generale è una chiara conferma che BirdLife Malta aveva ragione su tutta la linea nelle sue argomentazioni contro questa vergognosa deroga» ha affermato l’Ong ambientalista, sottolineando che quanto comunicato da Bruxelles rappresenti un chiaro messaggio diretto a Malta affinchè interrompa immediatamente questa «crudele pratica che permette la cattura degli uccelli selvatici fino alla loro morte».
L’organizzazione ora spera che lo Stato insulare si «conformi rapidamente» a questa indicazione, pertanto ha chiesto al governo di non dare il via all’apertura della nuova stagione di cattura dei fringuelli fino a quando la Corte di Giustizia Europea non emetterà una sentenza definitiva.
La controversa tematica tiene banco dal 2020, quando la Commissione Europea avviò un procedimento di infrazione contro Malta dopo che il Governo tentò di giustificare la pratica ai fini della ricerca scientifica. Malgrado ciò, le stagioni venatorie si sono sempre susseguite con regolarità fino allo scorso anno.
«La decisione di Ćapeta, a un passo dalle elezioni del Parlamento Europeo a Malta, dovrebbe anche inviare un messaggio ai politici che hanno promesso ulteriori deroghe simili se verranno eletti» ha affermato BirdLife Malta, aggiungendo che «Le scelte prese dal Ministro di Gozo Clint Camilleri saranno dichiarate illegali dalla Corte Europea, sperando che questo sia da lezione per tutti i politici».
Tuttavia, attraverso un comunicato diffuso a nome del Ministero di Gozo (responsabile anche del settore della caccia), il governo ha dichiarato che «gli avvocati generali forniscono soluzioni giuridiche indipendenti rispetto ai casi che trattano, e le loro opinioni fungono da raccomandazione», pertanto le conclusioni di Ćapeta «non vincolano la Corte di Giustizia europea».
Il governo ha inoltre affermato di ritenersi «deluso» dalle conclusioni tratte dall’avvocato generale e, sebbene il parere debba ancora essere esaminato in modo approfondito, «resta impegnato e pronto a riaprire il procedimento dinanzi alla Corte di Giustizia per continuare a difendere la deroga per la ricerca e gli interessi dei cacciatori». Questo perché «Il governo è convinto che sia ancora possibile che la Corte si pronunci a favore di Malta».