Proseguono i raid anti-clandestini sull’arcipelago, con le forze dell’ordine, coadiuvate dai membri dei Servizi di detenzione, che nella giornata di domenica hanno tratto in arresto diverse persone trovate sprovviste di documenti validi per soggiornare sul territorio maltese.
Nel corso delle ispezioni condotte in spazi pubblici e residenze private a Gozo sono stati fermati in tutto 32 clandestini provenienti da Ghana, Siria, Etiopia e Sudan.
Trasportati in un centro di detenzione, anche per loro inizierà ora il processo di espulsione da Malta, che prevede il “ricollocamento” in altri Stati membri dell’UE oppure nei loro Paesi di origine, come è avvenuto per tutti gli altri immigrati irregolari arrestati negli ultimi mesi.
Nessuna informazione fornita dalle forze dell’ordine, invece, in merito alle misure intraprese nei confronti dei datori di lavoro, dei proprietari degli immobili o comunque di tutte quelle persone che si celano dietro questo giro di vite, che lo sfruttano solo per i propri interessi. A tal proposito è bene ricordare che i rimpatri o, meglio, i processi di “trasferimento” (come li definì il Ministero dell’Interno maltese), vengono effettuati attraverso il meccanismo di solidarietà volontaria dell’UE, quindi cofinanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del Fondo Asilo, Immigrazione e Integrazione (AMIF).