Nella mattinata di oggi sono arrivate le prime reazioni all’apocalisse politica iniziata ieri con le indiscrezioni sull’accordo-truffa legato alla privatizzazione di tre ospedali pubblici e l’inserimento nel registro degli indagati dell’ex Primo ministro Joseph Muscat, di Keith Schembri (ex capo di gabinetto durante il mandato di Muscat) e di Konrad Mizzi, ex ministro e membro del Parlamento fino al 2022.
Al centro delle critiche la conferenza stampa-lampo lanciata di ieri sera di Robert Abela che testimonierebbe le perplessità del Primo Ministro sulla condotta dell’indagine magistrale e sul ruolo dei media e dei tribunali, «pericolosamente messi in dubbio» dal Premier che a più riprese li ha accusati di essere parte dell’«establishment».
Una lettura presentata dalla conferenza stampa di Bernard Grech e del PN che ha definito il leader laburista «confuso, fragile e debole», tanto da rinnegare le conclusioni delle indagini seppur, per sua stessa ammissione, non ne avrebbe mai avuto accesso. Una scivolata, secondo Grech, che sbugiarderebbe le smentite del Primo Ministro e conformerebbe l’invio di una copia del rapporto da parte del procuratore generale, silente invece in merito alle richieste avanzate dall’Ong Repubblika e dai nazionalisti stessi per disporre degli atti.
«Abbiamo un Primo Ministro che ha scelto di stare dalla parte degli imputati invece che schierarsi dalla parte del popolo. Ha scelto di stare dalla parte dell’aggressore invece che delle vittime…ha scelto i suoi colleghi invece di Malta e dei maltesi», la chiosa del leader dell’opposizione.
E se per Abela non vi sarebbe motivo di chiedere le dimissioni di Muscat, Schembri e Mizzi, di tutt’altro avviso sarebbe invece l’eurodeputato David Casa che, attraverso un comunicato diffuso ai media, ha chiesto al Governatore della Banca Centrale, Edward Scicluna, di fare un passo indietro e lasciare l’incarico.
Facendo appello sull’integrità dimostrata in passato dal politico ed economista maltese, Casa ha rivolto un messaggio anche alla Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, affinché monitori la situazione e mitighi i danni «irrimediabili» che un’eventuale conferma di Scicluna comporterebbero sulla reputazione finanziaria del Paese.