Il terremoto scaturito dallo scandalo dei 40 inquilini ospitati in un appartamento a Sliema dell’anno scorso portò a molte indagini da parte dell’Housing Authority maltese.
Non si contarono infatti i casi di appartamenti sovraffollati con decine di extracomunitari e condizioni igieniche precarie. Questi veri e propri dormitori contavano anche 10 letti per ogni stanza, al massimo un paio di servizi igienici e una sola cucina in condivisione. Nel caso di Sliema ricordiamo che ogni posto letto veniva pagato al mese 250 euro, e che l’appartamento fu trovato in condizioni igieniche a dir poco terrificanti.
Roderick Galdes, ministro del Social Accommodation che al tempo aveva affermato un cambio della legge sugli affitti, ha visto il governo maltese prendere una decisione netta in merito alla questione.
Il 16 gennaio 2024 ha infatti emesso il disegno di legge n°87 chiamato “The Private Residential Leases (Amendment) Bill”. Questa modifica del capitolo 16 e 604 del Codice civile maltese è relativa in modo specifico alle disposizioni sulle locazioni residenziali private.
La nuova legge prevede che in un singolo appartamento non possano abitare più di sei persone. In sostanza i proprietari di casa non potranno registrare più di sei occupanti che non facciano parte della stessa famiglia. La locazione di più di sei persone in realtà non sarebbe già consentita dalla “planning legislation“, ma non era vietata dalla legge sulle locazioni residenziali private.
Il nuovo disegno di legge però non è stato accolto molto bene dai padroni di casa maltesi, tanto che Roderick Galdes in un post su Facebook ha fatto un po’ di chiarezza in merito al limite di 6 persone per ogni appartamento. Fermo restando la restrizione di due letti per stanza, il limite viene spostato a 8/10 affittuari se vi sono nell’appartamento almeno 2 bagni.
È comunque chiaro che con la nuova legge non si potranno più verificare casi di stanze con una moltitudine di letti. Chi pensa però che questa nuova norma scoraggi i privati e alcune agenzie immobiliari a continuare a sfruttare a gallina dalle uova d’oro si sbaglia di grosso.
In questi ultimi due mesi abbiamo visto sparire gli annunci di affitti espliciti che dichiarano il costo per posto letto e il numero dei servizi igienici, mentre invece le foto con due letti a castello in una sola stanza, o comunque più di due letti erano sempre in bella mostra.
Abbiamo tenuto d’occhio alcuni annunci che erano stati pubblicati nelle pagine Facebook di affitti più conosciute a Malta. Per ogni annuncio alla nostra domanda ricorrente: «quanti letti ci sono in casa?» non ricevevamo nessuna risposta pubblica.
Ma la nostra insistenza stava evidentemente rompendo le uova “d’oro” nel paniere delle agenzie immobiliari in questione, tanto da ricevere un messaggio privato. La prima chat di questo tipo ha aperto il vaso di Pandora facendoci infatti scoprire un business dove si intrecciano avidità, razzismo e opportunismo.
Ecco la traduzione della chat con l’agenzia immobiliare in questione, di seguito ci sono anche gli screen originali con il logo e nome dell’agenzia cancellati.
Agenzia Immobiliare: Perché stai chiedendo quanti letti?
Carlo: Tu perché non rispondi?
Agenzia Immobiliare: Tu perché lo vuoi sapere?
Carlo: Perché io vorrei sapere con quante persone dovrei convivere. Questa informazione deve esserci nell’annuncio
Agenzia Immobiliare: Questa è solo per indiani
Carlo: Cosa?
Agenzia Immobiliare: Si, tu sei indiano?
Carlo: Sei serio?
Agenzia Immobiliare: Si lo sono, perché?
Carlo: Non puoi fare un annuncio rivolto a una sola etnia, è illegale
Dopo la mia ultima frase l’agenzia sparisce e non risultava più disponibile su Messenger. Questo è solo un esempio di come i prezzi degli affitti alle stelle già prima dell’emergenza Covid, siano stati ulteriormente pompati verso l’alto da questo nuovo trend.
Una pratica scorretta sia dal punto di vista legale che etico, che sfrutta l’invasione di migliaia di lavoratori a basso costo dall’Asia costretti a vivere ammassati in singole stanze, in appartamenti sporchi, senza mobili e senza servizi igienici.