I lavori presso il cantiere di St. Ignatius Street a Sliema in cui ieri si è verificato il crollo che è costato la vita a un operaio di origine albanese erano abusivi. Non una congettura, bensì quanto affermato dalla Building and Construction Authority (BCA) che ha avviato a un’indagine per fare pienamente luce su quanto avvenuto. A fronte della tragedia, l’Ente ha infatti comunicato come i lavori di ampliamento dell’edificio risalente agli anni ’20 fossero ancora in attesa di autorizzazione.
Secondo quanto comunicato, l’intero cantiere non doveva ancora essere allestito. A mancare sarebbero infatti i permessi sia per i lavori interni che per quelli esterni, per i quali sarebbe servito il via libera dalla Planning Authority prima ancora che i documenti finissero sui tavoli della BCA, che fino al momento del crollo sarebbe stata completamente all’oscuro del progetto.
Non ne sapeva nulla nemmeno la Occupational Health and Safety Authority (OHSA), l’Ente che si occupa della sicurezza sul lavoro. In sostanza, quel cantiere è stato deliberatamente aperto senza alcun tipo di permesso e regolamentazione. La stessa OHSA ha comunicato che indagherà sulla vicenda, di concerto con le altre autorità.
La morte dell’operaio 51enne è la prima nel settore edile dopo la conclusione dell’inchiesta pubblica sul crollo del cantiere di Kordin, che a dicembre 2022 costò la vita al giovane JeanPaul Sofia, appena 20enne. Due tragedie con alcune analogie: anche in questo caso il progetto prevedeva l’aggiunta di un piano alla struttura esistente, e le autorità competenti non erano a conoscenza dell’esistenza del cantiere.
Al momento dell’incidente sul posto erano presenti due persone: l’operaio 51enne estratto senza vita dalle macerie e un suo collega e connazionale di 31 anni, scampato per miracolo alla morte e che ha riportato solo lievi ferite. Quest’ultimo sarebbe uscito dalla casa poco dopo il crollo, chiedendo alle persone intervenute sul posto di chiamare un’ambulanza per la vittima.
Sulla tragedia è prontamente intervenuto il Partito Nazionalista, che non ha mancato di attaccare il governo, chiedendo una migliore sicurezza sul lavoro e l’attuazione delle raccomandazioni derivate dall’inchiesta sulla morte di Sofia.
«Le autorità – ha affermato il PN – dovrebbero seriamente costruirsi le conoscenze, le competenze e gli atteggiamenti necessari per migliorare la prevenzione degli incidenti nei luoghi di lavoro pericolosi. Al momento si perdono in sforzi che non portano da nessuna parte, e in una burocrazia che non fa altro che far perdere tempo e aumentare i costi». E ancora: «Anziché continuare a rimanere in silenzio, le autorità dovrebbero provvedere alla fornitura di tutte le risorse necessarie affinché i nostri luoghi di lavoro non siano più un altare di sacrificio a causa della mancanza di volontà politica e dell’incompetenza dei nostri leader». Al momento non è ancora stato reso noto il nome della società che aveva in carico i lavori di ristrutturazione, così come l’identità della vittima.