Quella degli spazi pubblici occupati da sedie, tavoli e parasole di bar e ristoranti sembra essere una questione ancor oggi irrisolta. È chiaro che passeggiare in sicurezza su un marciapiede sia un tema che in tutto l’arcipelago non può più essere ignorato, lo “slalom” tra i tavoli dei ristoranti non può essere un’opzione accettabile.
A pensarla così – e come dar loro torto – sono proprio i residenti che, dopo aver manifestato per le vie dell’isola, da Valletta (lo scorso sabato) fino a Gozo, dove l’arciprete di Victoria ha denunciato l’accaparramento di terreno da parte di alcuni ristoranti nella piazza antistante la Basilica di St. George, si sono ingegnati in una contestazione che non è certo passata inosservata.
Stanchi di non essere ascoltati, hanno affisso sugli spazi contesi e reclamati adesivi con la scritta “marciapiedi ai cittadini” oppure “niente marciapiedi, niente voto”. Un palese avvertimento, quest’ultimo, che in piena campagna elettorale suona come un campanello d’allarme.
A coordinare questa campagna silenziosa ma non certo invisibile è stata Moviment Graffitti; l’Ong ha sottolineato come questa forma di contestazione sia nata in seno al forte disagio manifestato dai cittadini, le cui aspettative sono state finora disattese. La pazienza è la virtù dei forti, ma si potrebbe altrettanto saggiamente aggiungere che ha confini ben precisi in ragione del rispetto ed in questo caso anche del decoro.
Confini non sembrano averne, invece, i sentimenti dei residenti, uniti da un fattor comune forte e chiaro, tanto che questi adesivi sono apparsi negli ultimi giorni in diverse città: Valletta, Sliema, Mellieha, Marsascala e Bugibba.
In un post su Facebook, Moviment Graffitti ha affermato che «l’invasione degli spazi pubblici ha superato il limite. Le autorità responsabili, ossia Planning Authority, Lands Authority e Malta Tourism Authority, stanno chiudendo gli occhi di fronte a questo caos e ai grandi disagi che si stanno creando in queste località», mentre «I diritti fondamentali dei residenti a un accesso pubblico sicuro continuano a essere ignorati». Salta agli occhi come quest’ultima dichiarazione in particolare ricalchi in qualche modo le precedenti considerazioni.
L’Ong ha inoltre affermato che la campagna degli adesivi dovrà esser considerata il primo passo di un’ulteriore e pianificata azione, specificando che non sono contrari a concedere spazi sociali all’aperto ma ben altra cosa sono gli abusi, gli eccessi.
Lo scorso anno il “mediatore” (Ombudsman) si è rivolto al Parlamento per chiedere un’adeguata regolamentazione da applicare alle aree di ristorazione che occupano il suolo pubblico. In quell’occasione – scrive Times of Malta – sono state presentate all’Assemblea tutta una serie di suggestioni che, tuttavia, a distanza di anno parrebbero esser finite del dimenticatoio di chi, probabilmente, ha strizzato l’occhio al cosiddetto “vizio di non scegliere”. Di fronte a quest’assordante silenzio l’Ombudsman non è certo rimasto con le mani in mano e si è anzi attivato il mese scorso con un monito rivolto alle autorità coinvolte.
La partita tra residenti e ristoratori, dunque, sembra ancora ferma al primo tempo, occorre sperare di non finire ai supplementari.