Negli ultimi anni scuole e università sono state troppo spesso teatro di violenza come successo la scorsa settimana tra i banchi dell’MCAST, dove uno studente ha brutalmente aggredito un docente. L’episodio è stato ripreso dai telefonini dei presenti e divenuto virale nel giro di poche ore.
Per condannare l’aggressione e sensibilizzare sulle condizioni sempre più difficili che gli insegnanti devono fronteggiare, stamattina diversi educatori dell’MCAST insieme alla Malta Union of Teachers, hanno dato vita a una manifestazione presso il Campus di Paola alla quale hanno partecipato anche il ministro dell’Istruzione Clifton Grima e il direttivo dell’istituto.
Durante il corteo, un portavoce del sindacato ha diffuso le dichiarazioni della vittima, da oltre vent’anni docente dell’istituto dove non ha mai vissuto un caso simile, che attraverso una lettera ha ripercorso il triste episodio nato dal rifiuto dell’alunno di svolgere il lavoro di gruppo come il resto della classe, dimostrando per l’ennesima volta disinteresse nelle attività scolastiche.
L’invito di consegnare il compito scritto sarebbe stato respinto dallo studente attraverso toni offensivi e provocatori anche durante il giorno della consegna innescando, così, un acceso scambio tra i due sfociato nella richiesta dell’insegnante, sempre più frustrato, di abbandonare l’aula sbattendo la mano sul banco “presidiato” dall’alunno. Da quel momento la situazione sarebbe degenerata, con il ragazzo che non avrebbe preso di buon grado il gesto del docente raggiunto al volto da due pugni all’altezza del viso che gli hanno fatto volare gli occhiali. «Sono uscito dalla classe tremante e con il sangue che mi colava dal viso», il racconto dell’insegnante coperto dall’anonimato.
Mentre l’uomo è in attesa degli esami ospedalieri per determinare eventuali fratture nascoste, proprio su quella mano sbattuta sul banco divenuta oggetto di critiche e definita da molti «inaccettabile» è tornato il presidente del MUT, Marco Bonnici, che ha spiegato come l’atteggiamento della vittima non fosse inappropriato e che, anzi, «se tutti sbattessimo le mani quando è necessario forse incidenti come questi non accadrebbero».
Secondo Bonnici il sentimento d’indignazione dovrebbe essere dirottato verso altre situazioni che sta vivendo il sistema scolastico, dalle famiglie che spesso sembrano rinunciare alla responsabilità di educare i loro figli alla piaga del bullismo mai così radicata, fino alla facilità con cui i giovani hanno accesso a sostanze illegali tra le mura scolastiche, offrendo in chiusura una riflessione sulla situazione che stanno vivendo migliaia di educatori sempre più soli nel fronteggiare i numerosi episodi di violenza: «gli insegnanti non possono chiudere gli occhi anche se tutti, famiglie comprese, sono pronti a rinunciare all’educazione dei nostri figli».
Buona sera,
Sarebbe opportuno sapere come operare in modo appropriato anche con il Ministro dell’Istruzione maltese come si usa in Italia e/o chiedere il “modus operandi” agli omologhi di altre Nazioni, in quanto non è ammissibile arrivare a certi spiacevoli eventi.