È successo ancora: un computer portatile conservato come prova per un caso di riciclaggio di denaro, frode e appropriazione indebita di 1,2 milioni di euro è sparito dal tribunale. Il pasticcio, reso noto da Times of Malta, è emerso venerdì mattina nel corso del processo collegato a quello a carico di Bernard Attard, concessionario d’auto finito sotto accusa per i capi di imputazione sopra esposti.
La vicenda ha sollevato crescenti preoccupazioni sulle modalità di custodia e conservazione delle prove inerenti i procedimenti legali, dato che solo un paio di settimane fa a scomparire nel nulla fu il pc del parroco accusato di frode e riciclaggio di denaro, Luke Seguna.
Senza parlare del telefonino dell’ex capo di Gabinetto Keith Schembri, sparito lo scorso novembre e poi ritrovato a settimane di distanza tra le prove conservate per un altro processo.
Il Dipartimento per le indagini sui crimini finanziari esibì il device Lenovo in questione come prova principale nel gennaio 2022, ma quando gli ufficiali hanno cercato di recuperarlo per un altro caso correlato, il dispositivo non è stato trovato da nessuna parte.
Visto l’accaduto, la Corte ha ordinato al Ceo dell’Agenzia dei Servizi Giudiziari, Eunice Grech Fiorini, e al segretario del tribunale Franklin Calleja di presentarsi in tribunale tra due settimane, fornendo spiegazioni sull’incresciosa vicenda.
Intervenuto sul caso, il ministro della Giustizia Jonathan Attard ha assicurato che l’Agenzia per i Servizi Giudiziari ha già avviato iniziative per migliorare i livelli di conservazione degli oggetti esposti come prove nei processi giudiziari, comprese le negoziazioni per l’implementazione di un sistema per l’etichettatura degli stessi.
Attraverso un comunicato, il Ministero ricorda che il 26 febbraio scorso è stato nominato un consiglio amministrativo presieduto dal giudice emerito Antonio Mizzi e composto da Joseph Bonello, Paul Debattista, Valerio Schembri e Frank Camilleri, per condurre un «esame approfondito» sulle modalità di custodia dei reperti nei procedimenti legali.
Il Collegio avrà tempo due, massimo tre mesi, per presentare la propria relazione che fornirà raccomandazioni utili a migliorare le procedure di conservazione delle prove, garantendo «un sistema sicuro e affidabile in linea con i requisiti di un’amministrazione della giustizia efficiente ed equa».
Repubblika chiede che i colpevoli si assumano le responsabilità
Reagendo alla notizia, la Ong Repubblika si è detta «scioccata» del fatto che, ancora una volta, le prove nelle mani dei tribunali siano andate perse, definendo l’accaduto «inaccettabile», «grave» e «inquietante».
«Si tratta di un attacco al cuore dell’amministrazione della giustizia, alla quale viene tolto lo strumento fondamentale per praticare giustizia: le prove. Senza queste, il crimine vince sulla società» si legge nel comunicato diffuso dalla Ong che chiede ora ai colpevoli di assumersi le proprie responsabilità.
Rivolgendosi poi al ministro della Giustizia Jonathan Attard, Repubblika ha chiesto di fornire spiegazioni sull’accaduto di recuperare le prove. «Se (Attard) non vuole fare il suo dovere, il Primo Ministro Robert Abela ha la responsabilità di rimuoverlo. Altrimenti Abela si assumerà la responsabilità di questa grave mancanza», ha concluso la Ong.
PN vuole le dimissioni del ministro della Giustizia
Dura anche la critica del Partito Nazionalista che ha chiesto le immediate dimissioni del ministro della Giustizia, citando una crisi più ampia in corso nel sistema giudiziario maltese. «Dopo due anni dalla nomina di Jonathan Attard, invece di apportare i miglioramenti necessari, il sistema giudiziario nel nostro Paese è peggiorato ed è ora in crisi» si apprende nel comunicato siglato dal ministro ombra della Giustizia, Karol Aquilina.
Il PN insiste inoltre sulla necessità di istituire un Comitato Permanente per la Giustizia in grado di «indagare e affrontare la grave situazione in cui si trova il sistema giudiziario maltese» e, come in questo caso, «chiamare davanti a sé sia il Ministro della Giustizia che coloro che sono incaricati della gestione dell’Agenzia dei Servizi Giudiziari affinchè si assumano le loro responsabilità nel campo della Giustizia».