David Xuereb si è dimesso dalla presidenza dell’Autorità per la Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro (OHSA) in seguito alle conclusioni dell’inchiesta sulla morte del giovane Jean Paul Sofia, che lo ha indicato tra i funzionari degli Enti statali invitati a “riflettere sulle proprie responsabilità”. Il comitato d’inchiesta ha criticato Xuereb per la sua distanza dalle questioni quotidiane dell’Autorità, incaricata di indagare sugli incidenti nei cantieri edili.
Xuereb, architetto di professione, presiedeva l’OHSA dal 2021 ed era presidente del Malta Council for Economic and Social Development oltre a membro del consiglio della Building and Construction Authority.
In una conferenza stampa successiva alla pubblicazione del rapporto, il Primo Ministro ha evidenziato che il comitato dell’inchiesta aveva mosso critiche nei confronti di un presidente, due amministratori delegati e un dipendente, senza tuttavia fare nomi specifici. Abela ha inoltre espresso l’aspettativa che le persone menzionate nel rapporto si dimettessero entro le 16:30 di mercoledì.
Queste le parole di Xuereb rilasciate a Times of Malta: «Il mio ruolo non esecutivo consisteva nel lavorare per trasformare e elevare l’ente governativo allo standard richiesto. Rispetto gli autori del report e sono moralmente obbligato a seguire le loro raccomandazioni, a prescindere dalla mia opinione personale». Jonathan Attard, ministro della Giustizia, ha poi confermato in sede di Parlamento di aver ricevuto la lettera di dimissioni dell’ormai ex presidente dell’OHSA.
Il documento ha espresso critiche severe anche nei confronti di Malta Enterprise e INDIS per il loro ruolo nell’approvazione di un progetto di due sviluppatori per la costruzione di una fabbrica di mobili di cinque piani nell’area industriale di Kordin. Il resoconto dell’inchiesta pubblica sulla morte di Jean Paul Sofia è stato pubblicato mercoledì, sette mesi dopo il suo annuncio e più di un anno dopo il crollo nel cantiere di Kordin che costò la vita a Sofia e in cui rimasero feriti sei operai.
Il documento, lungo ben 484 pagine, ha concluso che il governo maltese dovrebbe “assumersi la responsabilità dopo una serie di errori” nella legislazione sui cantieri edili, che ha permesso al sito di Kordin di sfuggire ai controlli normativi.