Il tribunale ha confermato l’estradizione negli Stati Uniti di Daniel Joe Meli, il 27enne accusato di gravi reati informatici. Il magistrato ha infatti rigettato l’appello presentato dai legali del giovane per impedire che venisse processato negli USA.
Meli era stato arrestato il 7 febbraio, nell’ambito di un’operazione congiunta tra le autorità maltesi coadiuvate dall’FBI e dal Dipartimento di Giustizia americano. La richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti era stata inoltrata dal distretto settentrionale della Georgia, a seguito della sua incriminazione nel dicembre 2023 per crimini informatici, incluso l’accesso illegale a computer, danneggiamento e intercettazione di dati. Secondo l’accusa, Meli avrebbe messo a disposizione di cybercriminali numerosi software e malware, tra cui il noto trojan di accesso remoto “Pegasus”, sin dal 2012. Dopo essere stato formalmente accusato il 9 febbraio e aver inizialmente accettato la procedura di estradizione, Meli ha cambiato avvocato e presentato ricorso contro tale decisione.
Il giudice ha quindi esaminato e respinto l’appello questa mattina, accogliendo le argomentazioni dell’accusa. Rigettata la tesi della difesa, che sollevava questioni relative alla salute mentale di Meli, che sarebbe stato sottoposto a periodi di ricovero psichiatrico e all’uso di farmaci che avrebbero potuto comprometterne la lucidità. Il magistrato ha però affermato che valutare la volontarietà del consenso dell’imputato alla richiesta di estradizione non è compito del tribunale.
La Corte ha quindi concluso che i requisiti legali per l’estradizione erano stati pienamente soddisfatti con l’iniziale consenso volontario dell’imputato, respingendo tutte le obiezioni della difesa. Con la respinta del ricorso, il giudice ha definitivamente ordinato il trasferimento di Meli negli USA, che ora rischia una condanna a decine di anni di carcere e una multa fino a 250.000 euro.