Studia per diventare parrucchiere, realizza il sogno di aprire un salone tutto suo ma la polizia si “ricorda” che vive irregolarmente a Malta dal 2011. E, ora, è dovuto tornare nella sua terra d’origine.
È l’assurda vicenda di Kusi Dismark, 37enne originario del Ghana arrestato lo scorso 21 gennaio mentre lavorava nel suo negozio, con l’accusa di essere irregolare sul territorio. Fondamentalmente, un clandestino che per le autorità doveva essere rispedito al suo Paese.
Quella di Dismark è una storia ormai tristemente nota, una delle tante: è infatti arrivato a Malta da clandestino per scappare dalla sua terra, in cerca di un futuro migliore. E nel corso degli anni si è dato davvero da fare. Nonostante il governo maltese gli avesse negato l’asilo politico, a Dismark era stato concesso il permesso per studiare e lavorare sull’arcipelago, ma senza accesso a sanità e istruzione gratuiti, oltre a tutto quello garantito ai cittadini “regolari”. Questo fino a pochi mesi dopo, quando a giugno 2011 era stato raggiunto da un ordine di allontanamento, che però non si era mai concretizzato.
Dismark ha quindi proseguito con la sua vita, trovando lavoro e iscrivendosi a un corso per parrucchieri all’MCAST. Una volta messi da parte i soldi necessari, ha aperto un salone tutto suo ad Hamrun, pagando regolarmente le tasse. Questo fino a un mese fa, quando le autorità dell’immigrazione l’hanno prelevato dalla sua attività per portarlo in un centro di detenzione a Safi, in attesa del suo destino.
Nella serata di ieri, Dismark ha optato per il ritorno volontario in Ghana. La decisione è arrivata dopo un lungo consulto «caratterizzato dal rispetto reciproco» con i suoi avvocati e l’ufficiale dell’Ufficio immigrazioni. Da parte sua, il Ministero dell’Interno ha deciso di non vietargli un futuro ritorno a Malta, che secondo quanto riferito dai legali dell’uomo è nelle sue intenzioni.
«Questo incidente mette in evidenza la situazione dei numerosi apolidi presenti sulla nostra isola, sottolineando la necessità di iniziative volte a regolarizzare il loro status giuridico» scrivono su Facebook Sciberras e Capitta, legali di Dismark, ponendo infine l’accento sull’unica nota positiva della triste vicenda: «Sebbene le aspirazioni di Kusi di rimare in Europa siano momentaneamente sospese, il lato positivo è rappresentato dall’imminente ricongiungimento con la madre, da cui è stato separato per tutto il tempo trascorso lontano dal Ghana», e aggiungendo: «Kusi è di buon umore e mantiene una visione ottimistica del suo futuro a Malta».
Prima della notizia della decisione di Dismark, la comunità dei migranti assistita da alcune Ong (tra cui ADITUS e Moviment Graffitti), aveva annunciato per la giornata di domenica una manifestazione di protesta. Il corteo sarebbe partito alle 15:00 dalla piazza di Hamrun per arrivare fino a Valletta. Al momento, non è chiaro se l’iniziativa si svolgerà ugualmente per sensibilizzare sull’accaduto.
La comunità infatti chiede a gran voce la reintroduzione di un sistema di permesso di soggiorno che garantisca il diritto di rimanere sul territorio, soprattutto per le persone che contribuiscono attivamente all’economia maltese, integrandosi nella comunità. E Dismark era una di queste persone, considerata da tutti un onesto cittadino, un gran lavoratore.
Tuttavia le speranze di “salvare” Kusi Dismark dal rimpatrio sono sempre state poche, con il ministro degli Interni Byron Camilleri che si è sempre dimostrato irremovibile sulla decisione, come dichiarato a Lovin Malta circa dieci giorni fa: «È entrato a Malta in modo irregolare e non ha mai collaborato per lasciare il Paese. Dobbiamo seguire le regole sulla migrazione, senza fare distinzioni».
Ancora, Camilleri ha riferito che l’anno scorso sono state 300 le persone arrivate illegalmente sul territorio e subito rimpatriate, e che il caso del parrucchiere di Hamrun non si discosta da tutti gli altri. Il ministro ha poi chiarito che all’uomo era stata offerta un’indennità in denaro e un altro aiuto economico per tornare in Costa d’Avorio, trovando però un rifiuto da parte di Dismark.
«Le nostre leggi stabiliscono che ai rifugiati devono essere garantiti dei diritti – ha concluso Camilleri – ma se entri a Malta irregolarmente e non sei un rifugiato, devi tornare nel tuo Paese di origine. Il governo non intende incoraggiare l’immigrazione clandestina nel Mar Mediterraneo, dove troppe persone muoiono tentando di attraversarlo per arrivare qui».