Anche a Malta scendono in campo le proteste degli agricoltori che, quest’oggi, si sono radunati a Ta’ Qali per marciare, per la seconda volta in questo mese, in direzione di Valletta e unirsi al movimento nato in Germania e che sta portando i coltivatori di tutta Europa a organizzare cortei verso le capitali.
«Prenditi cura di noi o morirai di fame» o «niente cibo, niente futuro», tra i cartelli che si leggono nelle mani dei contadini che animano il vivace corteo, inclusi quelli gozitani, come si può vedere dalle foto che circolano in queste ore su Facebook e che vedono i traghetti riempiti dagli enormi mezzi agricoli fieramente adornati da svariate bandiere maltesi.
Diverse le motivazioni che hanno spinto gli agricoltori ad intraprendere la protesta, dalla richiesta di un maggiore controllo sui prodotti importati, talvolta venduti come locali, alle politiche eurostellate accusate di agevolare l’ingresso dei prodotti agricoli extra-UE a discapito del cosiddetto kilometro zero e colpevoli “dell’irruenza” nel pretendere un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente senza fornire il necessario sostegno agli operatori.
A breve l’esito delle cinque proposte avanzate al Governo da Għaqda Bdiewa Attivi, organizzazione in rappresentanza dei protestanti con il sostegno di vari operatori della catena alimentare locale per «contribuire ad attenuare l’impatto delle leggi e dei piani UE che stanno seriamente minacciando il sostentamento degli agricoltori», come si legge da una nota dell’associazione.