La popolazione maltese è in costante aumento e un unico ospedale di riferimento non basta più. Per questo motivo, il nuovo ministro della Salute Jo Etienne Abela ha avanzato l’ipotesi di creare nuovi reparti, massimizzare ed espandere dove possibile l’area su cui si estende il Mater Dei e sfruttare al contempo la zona di Gwardamangia per creare un “villaggio della salute”.
Intervenendo nel programma radiofonico su RTK 103, Abela ha specificato che una soluzione percorribile potrebbe risiedere nel rendere maggiormente funzionale la distribuzione dei servizi, lasciando quelli clinici nell’ospedale principale e spostando tutti gli altri (università compresa) presso le strutture del St. Luke e del Karin Grech – ora tornate sotto l’amministrazione del governo – che potrebbero quindi fungere da ulteriore polo sanitario.
Un’implementazione necessaria anche per il pronto soccorso e i servizi di emergenza, che nel caso richiederebbe un intervento esterno come quello del settore privato; tutto questo senza dimenticare la sfida della costante carenza di personale sanitario.
L’idea, in fase del tutto embrionale, è stata ben accolta dal sindacato degli infermieri e delle ostetriche perché «Non è accettabile che, per mancanza di spazio, i pazienti vengano relegati nei corridoi o in altre aree dell’ospedale non adibite alle cure», citando il disagio connesso al «degrado» e alla «mancanza di dignità umana» sia nei confronti dei pazienti che per gli operatori sanitari costretti a lavorare in tali condizioni.
Attraverso un comunicato, il MUMN ha inoltre spiegato che «sono necessari più progetti ed investimenti» anche in collaborazione con il settore privato, come accaduto con la casa di cura St. Vincent De Paul, «un esempio di successo».
E proprio sulla questione dell’espansione dell’ospedale principale del Paese e della creazione di nuovi reparti ventilata da Abela, anche con la costruzione di un ulteriore presidio psichiatrico vicino al Mater Dei, il sindacato ha suggerito l’ipotesi di concentrare gli sforzi sulla ristrutturazione del Mount Carmel Hospital, poiché sarebbe in grado di «offrirebbe servizi migliori» rispetto ad una nuova struttura.