È venuta a mancare suor Carmelita Borg, Madre Superiora dell’orfanotrofio “Lourdes Home” di Ghajnsielem, accusata di aver “taciuto” i continui abusi che sarebbero stati perpetrati da altre suore nei confronti di alcuni bambini ospitati nella struttura.
La suora è stata responsabile dell’orfanotrofio negli anni ‘70 e ‘80, il periodo finito sotto i riflettori grazie alle numerose testimonianze di persone, ora adulte, che hanno deciso di raccontare le violenze fisiche e psicologiche subite negli anni di permanenza in quello che per loro avrebbe dovuto rappresentare un luogo sacro e sicuro.
La dipartita di suor Borg si aggiunge alla morte di un’altra delle suore domenicane indagate, suor Josephine Anne Sultana, indicata dai testimoni quasi come un carceriere. Ai bambini dell’ala dell’orfanotrofio che gestiva, la donna di fede avrebbe infatti riservato trattamenti disumani, obbligando i piccoli a mangiare il proprio vomito, assegnandogli compiti inadeguati (come la pulizia dei bagni all’alba, prima di andare a scuola) e picchiandoli violentemente con qualsiasi scusa.
Inoltre, qualche settimana fa due donne hanno affermato di essere state “consegnate” dalle suore al prete di turno che si recava nell’edificio per celebrare il sacramento della penitenza, e di essere state oggetto di molestie sessuali. Una di loro sarebbe stata costretta a toccarsi nelle parti intime; un’altra avrebbe invece visto il prete esporre i propri genitali. All’epoca dei fatti, le due testimoni avevano all’incirca 6 anni.
Tra i principali responsabili delle presunte violenze, ora in vita rimane solo suor Dorothy Mizzi, alla quale era stata assegnata l’organizzazione dei bambini ospitati in un’altra ala dell’orfanotrofio. Secondo le ricostruzioni, anche lei avrebbe utilizzato “metodi educativi” simili a quelli perpetrati da suor Sultana.
Queste scomode verità per l’ecosistema clericale dell’arcipelago stanno venendo a galla grazie al coraggio di Carmen Muscat e Rosanne Saliba. Le due presunte vittime hanno deciso di parlare apertamente dell’inferno vissuto al “Lourdes Home”, arrivando a chiedere un risarcimento al governo maltese per tutto ciò che hanno dovuto subire negli anni dell’infanzia.
La morte di suor Borg non influirà però sul proseguimento delle indagini, come confermato dalla stessa Saliba a Times of Malta: «Continuerò a lottare per la giustizia, per me stessa e per le altre vittime. Suor Carmelita è andata dall’altra parte, mentre io sono ancora qui a soffrire. Non è giusto». Infine, la donna spera che l’ex Madre Superiora «abbia in qualche modo ammesso le proprie responsabilità prima di morire, mettendole per iscritto».